19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Mercati finanziari

Milano chiude frenando, spread sotto i 300 poi risale

Finale di seduta con l'euforia che si è andata moderando a Milano, dove il Ftse-Mib ha chiuso al più 0,43 per cento. Ma soprattutto è stata la giornata in cui per la prima volta dal marzo scorso lo «spread», il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani a 10 anni e titoli equivalenti della Germania è sceso oggi al di sotto della soglia psicologica dei 300 punti base

ROMA - Finale di seduta con l'euforia che si è andata moderando a Milano, dove il Ftse-Mib ha chiuso al più 0,43 per cento. Ma soprattutto è stata la giornata in cui per la prima volta dal marzo scorso lo «spread», il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani a 10 anni e titoli equivalenti della Germania è sceso oggi al di sotto della soglia psicologica dei 300 punti base.

Questo indicatore che da ormai tre anni a rappresenta il termometro più consultato per misurare 'la febbre' della crisi sui debiti pubblici sui vari paesi dell'area euro, è così tornato al di sotto dei 3 punti percentuali. A tarda seduta il differenziale risale a 303 punti base.

Lo spread, che è arrivato a calare fino a 295 punti base nel corso della seduta, riflette infatti il sovrapprezzo che i mercati pretendono per accollarsi il rischio di mancato risarcimento sulle emissioni dei vari paesi dell'area valutaria, nel confronto con i Bund tedeschi, tradizionalmente ritenuti tra i più affidabili. Per ritrovare un livello più basso dell'attuale bisogna risalire al 21 marzo scorso, quando lo spread risalì appunto al di sopra dei 300 punti mentre stavano iniziando a ricrearsi tensioni sull'area euro.

Questi differenziali derivano dal livello di rendimento lordo dei bond dei vari paesi, e guardando a questa voce il miglioramento che negli ultimi giorni ha riguardato i titoli italiani è anche più rilevante. I tassi retributivi dei Btp decennali oggi sono scesi al 4,39 per cento, sui minimi proprio dal 3 dicembre novembre del 2010: da due anni pieni quindi.

Su queste emissioni i rendimenti sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo: se quest'ultimo risale, sospinto da acquisti, i tassi retributivi ne risultano attenuati, e viceversa. Il 2012 è stato un anno molto altalenante per il comparto obbligazionario pubblico, a riflesso principalmente delle diverse misure anticrisi messe in campo dalla Bce.

L'inizio d'annata aveva mostrato un netto miglioramento, dopo che l'istituzione di Francoforte aveva inondato il sistema bancario con maxi prestiti straordinari prolungati a tre anni. Ma poi nel corso della primavera questo effetto calmieranti era scemato e si sono progressivamente ricreate forti tensioni su Btp e sui titoli degli altri paesi sotto stress dell'area euro.

Solo a metà estate tassi e spread sono tornati a calare, dopo che il presidente della Bce Mario Draghi ha prima avvertito di che l'istituzione era «pronta a tutto» per preservare l'euro, e poi ha fatto seguire a queste parole un nuovo piano di possibili acquisti calmieranti di bond (Omt). Nel frattempo i governi hanno attuato nuovi accordi sui sistemi anticrisi tra cui dando vita al nuovo fondo Esm. In moderato rialzo le altre Borse ue: Parigi più 0,26 per cento, Londra più 0,08 per cento, Francoforte più 0,40 per cento.