28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Via libera del consiglio dei ministri

Ddl stabilità, Iva al 22% ma cala di un punto l'Irpef

Gli obiettivi sono 5: evitare l'aumento di due punti percentuali dell'Iva a partire da giugno 2013, che viene dimezzato, nuovi incentivi per l'aumento della produttività, garanzie per gli esodati, copertura del quadro esigenziale dei Ministeri per il 2013 e pagamento degli arretrati delle PA

ROMA - Via libera del consiglio dei ministri alla legge di stabilità che prevede tra l'altro il taglio dell'Irpef di un punto percentuale sui primi due scaglioni di reddito, con l'obiettivo di incentivare i consumi. In particolare passa da 23 a 22 punti e da 27 a 26 l'aliquota Irpef sui primi due scaglioni di reddito (da 0 a 15mila euro e da 15mila a 28mila euro).
Il Consiglio, si legge nella nota emessa in nottata da palazzo Chigi , ha approvato il disegno di legge contenente le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità) e il disegno di legge contenente il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015.
La Legge di stabilità per il 2013-2015 rappresenta lo strumento con cui sono disposte le misure necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici indicati nei documenti di programmazione di bilancio e finanza pubblica. Quest'anno la Legge di stabilità per il 2013-2015 consente, come previsto dagli impegni assunti in Europa, di conseguire il pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2013. Il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge di stabilità sono presentati al Parlamento entro il 15 ottobre di ciascun anno.

Gli obiettivi sono 5: anzitutto, evitare l'aumento di due punti percentuali dell'Iva a partire da giugno 2013, che viene dimezzato. Gli altri obiettivi sono i nuovi incentivi per l'aumento della produttività; le garanzie per gli esodati; la copertura del quadro esigenziale dei Ministeri per il 2013; il pagamento degli arretrati delle PA. Per realizzarli sono previsti tre strumenti. Il primo strumento è la revisione della spesa pubblica (spending review); il secondo comprende degli interventi fiscali in materia bancaria e assicurativa; il terzo, infine, riguarda l'imposta sulle transazioni finanziarie.