Alcoa: Passera, impegno per soluzione. Negli scontri 15 feriti
Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera riporta la speranza sulla vicenda Alcoa e dice di «non aver mai pensato che fosse un caso impossibile». Secondo quanto riferito da fonti sindacali presenti al tavolo al ministero dello Sviluppo economico a Roma Passera ha garantito che si impegnerà a «trovare una soluzione»
ROMA - Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera riporta la speranza sulla vicenda Alcoa e dice di «non aver mai pensato che fosse un caso impossibile». Secondo quanto riferito da fonti sindacali presenti al tavolo al ministero dello Sviluppo economico a Roma Passera ha garantito che si impegnerà a «trovare una soluzione».
«Questo - ha detto il ministro al tavolo secondo quanto riferito da fonti sindacali - è uno dei casi più difficili che abbiamo all'Mse. Il mio impegno personale non è mai mancato e non mancherà fino a quando sarò ministro. Non ho mai pensato che fosse un caso impossibile. Quando mi è stato chiesto alla festa del Pd, non avevamo uno straccio di manifestazione di interesse. Mi impegnerò a trovare una soluzione per questo pezzo importante ma dobbiamo lavorare tutti in parallelo sul piano Sulcis. Faremo molta pressione sui due gruppi che hanno manifestato interesse ma lavoriamo in parallelo su tutto quello che può dare sviluppo al Sulcis».
La tensione è stata alta oggi durante il corteo dell'Alcoa, dove almeno un manifestante e 14 agenti sono rimasti feriti. Petardi e fumogeni esplosi, slogan contro il governo, contestazioni pesanti all'esponente del Pd Fassina nonché tentativi di sfondare il cordone delle forze dell'ordine hanno scandito la manifestazione partita da piazza della Repubblica per scongiurare la chiusura dello stabilimento siderurgico. L'operaio ha riportato un trauma al ginocchio: medicato sul posto dai sanitari del 118 ha rifiutato il trasporto in ospedale. Sono 14 i feriti registrati tra le forze dell'ordine: tre carabinieri, un uomo della Gdf e 10 poliziotti. Imponente il dispiegamento di forze dell'ordine in tenuta antisommossa, la capitale blindata. Dopo il corteo tutti i lavoratori, circa 500, hanno svolto un sit-in all'ingresso del ministero dello Sviluppo economico in via Molise, sede dell'incontro tra governo, sindacati, enti locali e management dell'Alcoa, l'azienda che ha già avviato le procedure dello spegnimento dell'impianto di Portovesme la cui chiusura è prevista per fine anno. In via di San Basilio, adiacente alla sede del ministero, c'è stato un tentativo di sfondamento da parte degli operai del cordone della polizia.
Ad accrescere la tensione è stato il lancio di bulloni di alluminio, petardi e bombe carta. Le forze dell'ordine hanno fatto una carica di alleggerimento contro i lavoratori per respingere quelli che cercavano di entrare nel ministero dall'ingresso di via Veneto. Il nervosismo degli operai è aumentato dopo aver appreso che il ministro Corrado Passera non si trovava al tavolo. Poco dopo il ministero ha fatto sapere che Passera avrebbe raggiunto al più presto il tavolo. Intanto fonti sindacali presenti alla riounione del Mise hanno fatto sapere che l'azienda sarebbe disponibile ad avviare una trattativa con il gruppo svizzero Klesch. Al momento infatti solo Klesch risulta avere inviato ufficialmente una manifestazione di interesse per acquisire l'impianto dell'Alcoa di Portovesme. Secondo le stesse fonti il governo ha chiesto anche a Glencore di inviare ad Alcoa una manifestazione di interesse formale. Tra i manifestanti in piazza anche i tre operai che sono stati asserragliati per giorni sul silos dell'Alcoa a 66 metri d'altezza nello stabilimento di Portovesme. Con loro, anche 23 sindaci dei maggiori centri del Sulcis-Iglesiente, fra cui Carbonia.