Debito e disoccupazione frenano la ripresa: «Bisogna tagliare i salari»
Il bollettino di luglio della Banca centrale disegna uno scenario ancora negativo per l'economia europea. «In Italia bene la riforma delle pensioni, ma l'Imu potrebbe danneggiare il settore costruzioni». Per rilanciare il lavoro si chiedono ulteriori tagli agli stipendi e riforme strutturali
ROMA - Le tensioni sul debito e l'alta disoccupazione sono tra i fattori che freneranno la ripresa nell'eurozona. E' una delle affermazione contenute nel bollettino di luglio della Bce che per l'ennesima volta lascia poco spazio all'ottimismo sul breve periodo: «Gli indicatori relativi al secondo trimestre segnalano un nuovo indebolimento dell'espansione economica e una maggiore incertezza», si legge nel bollettino. Su un orizzonte temporale più lungo, il Consiglio direttivo si attende che l'economia dell'area euro registri una graduale ripresa, il cui vigore sarebbe tuttavia smorzato da una serie di fattori.
DEBITO SOVRANO - «In particolare, - afferma la Banca centrale europea - vi è l'aspettativa che la dinamica di fondo della crescita risenta delle tensioni in alcuni mercati del debito sovrano dell'area e del loro impatto sulle condizioni di credito, nonché del processo di aggiustamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario e dell'elevata disoccupazione». In generale, invece, la crescita economica nell'eurozona «resta debole, in un contesto di maggiore incertezza, che grava sul clima di fiducia».
EUROGRUPPO-ECOFIN - Parlando delle decisioni dell'ultimo vertice eurogruppo-ecofin, la Bce si dice favorevole allo scudo anti-spread e conferma la disponibilità al ruolo di agente, relativamente alla conduzione delle operazioni sul mercato, nell'eventualità che i due fondi Efsf/Esm salva-Stati vengano utilizzati «in maniera flessibile» ed efficiente al fine di stabilizzare i mercati.
L'ITALIA - La Bce sottolinea da un lato come la riforma delle pensioni diminuirà le pressioni sulla spesa pubblica legate all'invecchiamento della popolazione, al contrario di quanto avverrà, ad esempio, in Germania e Francia. Dall'altro lato, però, esprime la preoccupazione che il settore costruzione possa risentire negativamente dalla reintroduzione dell'Imu sulla prima casa e dal graduale rientro delle misure fiscali a favore degli investimenti in immobili residenziali.
FLESSIBILITA E MODERAZIONE SALARIALE - La Banca centrale torna poi a chiedere più «flessibilità e moderazione salariale», ritenendo che possano favorire l'occupazione. Nell'analisi dell'Eurotower, la modesta riduzione dei salari registrata nonostante l'elevata disoccupazione testimonia la necessità di ulteriori riforme strutturali. «In vari paesi - si legge tra l'altro nel bollettino - la correzione al ribasso dei salari è stata modesta, e ciò malgrado l'aumento della disoccupazione, a indicazione della necessità di ulteriori riforme che favoriscano la flessibilità dei salari».
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