Monti al Wall Street Journal: La riforma fara aumentare produttività, crescita e lavoro
Lettera del Premier al quotidiano finanziario: La riforma merita un'analisi approfondite, non giudizi sommari. PD e sindacati chiedevano l'obbligo di reintegro
ROMA - La riforma del lavoro merita «analisi approfondite», non «giudizi sommari». Perchè è una riforma «complessa» che avrà un impatto «forte e positivo» sull'economia italiana gettando le basi per «l'aumento della produttività e la crescita dell'economia e dell'occupazione». Mario Monti risponde così al Wall Street Journal che dopo le lodi della settimana scorsa in cui paragonava il premier italiano a Margareth Thatcher, oggi ha criticato la «resa» alla sinistra e al sindacato sulla riforma del lavoro.
La lettera del premier è già sulla versione online del quotidiano finanziario, e si apre con una battuta british: «Non ho mai cercato di essere la Thatcher dell'Italia, quindi non ho obiezioni se ritirate quel titolo». Ma poi Monti entra nel merito delle critiche del quotidiano economico, per spiegare innanzitutto che i maggiori costi per i contratti a termine, pratica «corretta e comune a livello internazionale», «erano già presenti nella bozza elogiata» dal Wsj la scorsa settimana.
ARTICOLO 18 - Quanto all'articolo 18, «la riforma introduce procedure più veloci e prevedibili per i licenziamenti per ragioni oggettive economiche o di altra natura». In primo luogo, «una veloce procedura extra-giudiziale. Poi, se la conciliazione dovesse fallire, il lavoratore potrà rivolgersi ad un giudice, come avviene negli altri Paesi». A quel punto, «in casi estremi, laddove le motivazioni economiche o di altra natura addotte per il licenziamento dovessero essere giudicate 'manifestamente insussistenti', il giudice potrà decidere per il reintegro o per l'indennizzo. In tutti gli altri casi in cui il giudice dovesse accertare che il licenziamento economico è semplicemente non giustificato, l'indennizzo è fissato ad un massimo di 24 mensilità».
IMPATTO POSITIVO - Insomma, «questa è una complessa riforma - scrive Monti - che avrà un impatto forte e positivo sull'economia italiana. Merita analisi approfondite, piuttosto che giudizi sommari. E suggerirei che forse il fatto che sia stata attaccata sia dai metalmeccanici del principale sindacato che dalla Confindustria indica che abbiamo raggiunto il giusto equilibrio». Monti è infatti assolutamente convinto che «la riforma renderà il mercato del lavoro italiano più flessibile nel complesso, riducendo al contempo significativamente il dualismo esistente, anche con l'introduzione di una rete di sicurezza universale. E getta le basi per l'aumento della produttività, la crescita dell'economia e dell'occupazione».
REINTEGRO LICENZIAMENTI - Il reintegro per i licenziamenti economici infondati è solo una possibilità che il giudice valuta esclusivamente nei casi di «manifesta insussistenza del motivo» del licenziamento. Il presidente del Consiglio Mario Monti, al Tg1, ha voluto ancora una volta precisare il senso della norma inserita nel ddl che riforma il mercato del lavoro: «Per il motivo economico non è più previsto il reintegro, solo nel caso il motivo economico sia manifestamente insussistente il giudice può - non deve, come chiedevano il Pd e certi sindacati - decidere per il reintegro».
- 07/02/2017 Da Telecom a Mediaset, perché i francesi si stanno comprando l'Italia e noi restiamo indietro
- 19/07/2016 Il «flirt» di Confindustria con i sindacati per aiutare le Pmi italiane
- 23/11/2012 Passera: La concertazione non può essere confusa con il diritto di veto
- 19/11/2012 Camusso: L'accordo separato non conviene a nessuno