11 settembre 2024
Aggiornato 03:00
Lavoro | Produttività e competitività

Camusso: L'accordo separato non conviene a nessuno

Sulla produttività «il testo che le controparti hanno sottoposto al giudizio e alla firma delle organizzazioni sindacali dal titolo 'Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia' contiene elementi non condivisibili». E' quanto si legge in una lettera inviata dal leader della Cgil, Susanna Camusso

ROMA - Sulla produttività «il testo che le controparti hanno sottoposto al giudizio e alla firma delle organizzazioni sindacali dal titolo 'Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia' contiene elementi non condivisibili». E' quanto si legge in una lettera inviata dal leader della Cgil, Susanna Camusso, a tutte le strutture del sindacato di Corso Italia. Camusso chiede di proseguire il confronto sulla produttività.
«La Cgil - si legge nel testo della lettera che TM News è in grado di anticipare - considera non esaurito il confronto, in particolare sul salario, sulla democrazia e sulle normative contrattuali. Il lungo confronto ha determinato, rispetto alle prime stesure, e grazie alla determinazione della Cgil, anche elementi d'avanzamento nella difesa della condizione delle persone e, proprio per questo, il negoziato merita la prosecuzione».
Il giudizio della Cgil, dunque, «resta negativo su alcune parti sostanziali del testo proposto, ritenendo che la scelta del governo e delle controparti di considerare le condizioni di lavoro l'unica variabile della produttività su cui agire, ha fin dall'inizio segnato negativamente il negoziato, rendendo così la produttività da scelta strategica per lo sviluppo del paese a riduzione del reddito dei lavoratori e delle lavoratrici».

Contratto nazionale deve tutelare potere d'acquisto - La Cgil «continua a ritenere che il contratto nazionale - spiega Camusso - debba avere la funzione di tutelare il potere d'acquisto delle retribuzioni dell'insieme dei lavoratori e delle lavoratrici di ogni singolo settore, incrementando i minimi tabellari che determinano anche le relative incidenze, mentre il secondo livello (che attualmente riguarda meno del 30% del lavoro dipendente) deve aggiungere risorse legate alla produttività nell'impresa». Per questo il sindacato guidato da Camusso propone una formulazione «diversa» del testo per rendere esplicita la separazione tra i due livelli: «la garanzia del potere d'acquisto da attuarsi nei rinnovi contrattuali; l'introduzione di un altro elemento distinto, che scatterebbe laddove non vi sia la contrattazione aziendale».
Invece «la soluzione presente nel testo considera l'indicatore Ipca, già non esaustivo del recupero del potere d'acquisto, indicatore onnicomprensivo del primo e secondo livello di contrattazione. In questo modo si andrebbe alla differenziazione dei minimi salariali e alla riduzione della protezione del potere d'acquisto delle retribuzioni», spiega Camusso. E «questa scelta ha un ulteriore effetto recessivo, visto il già presente impoverimento delle retribuzioni e relative contrazioni dei consumi, e perde l'effetto di incentivazione della produttività a fronte di fattori organizzativi e di investimenti che le rendessero disponibili».

Fondamentale il tema della Democrazia e della rappresentanza - Camusso, nella lettera a tutte le strutture della Cgil, ricorda poi l'importanza del tema della democrazia e della rappresentanza. «A distanza di più di un anno della sottoscrizione con Confindustria questa era un'occasione utile per determinare un avanzamento nella sua reale applicazione attraverso l'esplicitazione delle modalità con cui certificare la misurazione del numero degli iscritti ed iscritte ad ogni singola organizzazione sindacale (tramite convenzione con l'Inps) e la modifica nelle modalità di elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie che deve avvenire su base esclusivamente proporzionale ai voti raccolti da ogni organizzazione, al fine di poter determinare, sulla base di questi due elementi, la reale rappresentatività di ogni organizzazione». Tale misurazione ha anche lo scopo «di determinare la titolarità di ogni organizzazione a stare ai tavoli di trattativa contrattuale, laddove un'organizzazione rappresenti più del 5% del totale», osserva il leader della Cgil.
Ed è su questa base che la Cgil ha posto il tema di «superare il 'vulnus democratico' per quanto riguarda il tavolo del negoziato contrattuale dei meccanici. È evidente che la possibilità di partecipare al tavolo della Fiom-Cgil - avverte Camusso - non determina di per sé la possibilità di concludere unitariamente il rinnovo contrattuale, ma ripristina il diritto-dovere di un'organizzazione sindacale di rappresentare tutti e tutte coloro che, tramite iscrizione o voto, l'hanno delegata». Così come nel 2011 lo spostamento del peso della contrattazione sul secondo livello «ha comportato l'introduzione e la definizione di procedure democratiche, anche al fine dell'esigibilità degli accordi, ora che si vuole il ridisegno del modello contrattuale con materie proprie del primo e del secondo livello, è quanto mai necessario definire la cornice di regole democratiche per l'insieme dei lavoratori e delle lavoratrici», conclude.