3 ottobre 2025
Aggiornato 04:30
La riforma del mercato del lavoro

Lavoro: Bersani, Monti mantenga l'impegno preso

Il leader del Partito Democratico: Altrimenti ciascuno si assumerà le proprie responsabilità. Gasparri: La Cgil non ha diritto di veto. Damiano: Bene norme in entrata, ma reintegrazione valga sempre. Di Pietro-Zipponi: Il Governo consegna alla BCE lo scalpo dell'articolo 18

ROMA - Mario Monti al vertice di maggioranza si era impegnato a cercare un accordo con le parti sociali e questo si aspetta il Pd, l'idea del «verbale» delle posizioni al posto dell'accordo con sindacati e imprenditori non va per niente bene e se in Parlamento arriverà una riforma non condivisa ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Pier Luigi Bersani, raccontano, oggi si è espresso così con i suoi e con i diversi interlocutori sindacali e di Governo con i quali ha avuto modo di tenersi in contatto. Il segretario Pd ci tiene a mostrarsi «spettatore» di questa fase della trattativa, già dopo il vertice di maggioranza si era sforzato di spiegare che non era stato raggiunta nessuna intesa, ché quello è il compito del tavolo tra Governo e parti sociali. Questo non vuol dire però che sia rimasto in disparte, anzi da 'spettatore interessato', e anche molto, quale è, si è speso tutto il giorno per capire cosa stava accadendo.

I Democratici vogliono un'intesa sull'intera riforma - Quell'ipotesi del «verbale» emersa quasi all'inizio dell'incontro tra Governo e parti sociali ha d'un tratto materializzato i fantasmi che da settimane turbavano i sonni del leader Pd, ovvero un Governo che rinuncia a cercare una vera e propria intesa con i sindacati e si limita a procedere dopo averne ascoltato i pareri. Le parole pronunciate in serata dal presidente del Consiglio sembrano rafforzare il timore: Monti non ha parlato di accordo sulla riforma del mercato del lavoro, ma ha citato il solo caso dell'articolo 18 spiegando che sul punto «solo la Cgil si oppone». Ma non è quello che chiedeva il Pd. I democratici vogliono un'intesa tra parti sociali e Governo sulla riforma, sull'intera riforma, non «per parti separate». Con uno schema del genere anche per la Cgil sarebbe più complicato sfilarsi. Con il metodo del «verbale», invece, le cose si complicano, la Cgil si ritrova con le mani libere e il Pd non avrà nemmeno la possibilità di dire che voterà il testo approvato dalle parti sociali, visto che un vero e proprio accordo potrebbe non esserci.

Gasparri: La Cgil non ha diritto di veto - «La trattativa sul lavoro procede con serietà e impegno, esamineremo ovviamente il contenuto nei dettagli dopo le decisioni finali di giovedì e riteniamo fondamentale il ruolo del Parlamento dove daremo giudizio finale sulle misure in via di definizione. C'è da rilevare che la Cgil non rinuncia ad un ruolo negativo di fronte ad un necessario processo di modernizzazione. Ma la Cgil non ha un diritto di veto». Lo ha affermato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.

Moroni: bene Fornero su congedi e dimissioni in bianco - «Il ministro Fornero ha ascoltato il grido delle donne italiane. Contrasto alle dimissioni in bianco e congedi di paternità sono un primo passo fondamentale per consentire alle donne non solo di conservare il posto di lavoro ma anche di non dover più scegliere tra carriere e figli». Lo ha affermato in una dichiarazione la coordinatrice nazionale delle donne di Fli, Chiara Moroni, commenta la conferenza stampa del ministro Elsa Fornero.

Damiano: Bene norme in entrata, ma reintegrazione valga sempre - «Mentre la trattativa è in corso, ribadiamo l'esigenza che si concluda con un accordo unitario tra governo e parti sociali. Dalle notizie che abbiamo appreso ci pare positiva l'attenzione che il governo sta ponendo a regole più stringenti per quanto riguarda i rapporti di lavoro flessibili in ingresso, cioè per le nuove assunzioni». Lo ha detto il capogruppo democratico nella commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano.
«Si tratta delle riproposizione o del miglioramento di norme già previste dal protocollo del 2007: la non reiterazione, oltre i 36 mesi, dei contratti a termine; la verifica della corretta applicazione dei contratti a progetto; il superamento delle partite Iva e degli associati in partecipazione, quando se ne ravvisi un loro utilizzo opportunistico da parte delle imprese. Così come ci convince l'idea - ha spiegato Damiano - che il contratto a tempo indeterminato debba rappresentare la forma di impiego 'dominante', come prescrive l'Europa. Mentre non condividiamo l'idea di avere il solo risarcimento al lavoratore in caso di ingiusto licenziamento per motivi economici. Noi pensiamo che la reintegrazione debba valere in tutti i casi. Anche il modello tedesco, al quale si fa spesso riferimento, prevede nel caso licenziamento per motivi economici senza giusta causa di lasciare al giudice la possibilità di scegliere tra reintegrazione o risarcimento. Rendere più liberi i licenziamenti per motivi economici può essere controproducente soprattutto in questo momento di crisi. Ci auguriamo che la trattativa prosegua e porti il prezioso risultato di un accordo unitario», ha concluso.

Della Vedova: Le Leggi le fanno l'Esecutivo e le Camere - «Credo che il tempo di ascolto del governo sia da considerarsi terminato: le leggi le fanno esecutivo e parlamento e, accordo o no, la palla deve ora passare ai legislatori». Lo ha detto il capogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova, intervenendo a Sky Tg24 Economia.
«L'articolo 18 è solo un pezzettino di cosa più ampia: stando alle indiscrezioni, ci si sta incamminando verso una riforma vera che possa rivendicare l'ambizione di combattere il dualismo che c'è oggi nel mercato del lavoro - ha aggiunto -. Il disegno riformatore di Monti e Fornero è che il contratto a tempo indeterminato diventi la regola ed è per questo che dico che non possono esserci veti. E' fisiologico - ha concluso Della Vedova - che sindacati e Confindustria sollevino obiezioni».

Di Pietro-Zipponi: Il Governo consegna alla BCE lo scalpo dell'articolo 18 - «Su temi delicatissimi quali il lavoro e i diritti dei lavoratori tra governo e parti sociali si sta consumando una commedia degli equivoci». Lo hanno dichiarato in una nota congiunta il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi. «Questa trattativa - hanno osservato - è iniziata parlando dei giovani, riconoscendone l'insopportabile condizione di precarietà e la totale assenza di diritti che interessa le false partite Iva e le 46 forme contrattuali di assunzione a tempo. L'evoluzione del tavolo tra esecutivo e sindacati sta andando purtroppo nella direzione opposta».

Fioroni: Il Governo non cada in tentazione, cerchi un accordo - Il Governo deve cercare un accordo al tavolo con le parti sociali ed evitare di cadere «nella tentazione» di fare da solo. Lo ha detto Giuseppe Fioroni del Pd, a chi gli chiedeva di commentare la decisione del Governo di limitarsi ad un «verbale» delle posizioni delle parti sociali: «Dopo che si è verbalizzato, il tema da parte del governo è mantenere la barra dritta». Ha aggiunto Fioroni: «Pacta sunt servanta, se il Governo ottiene l'accordo nello spirito del tavolo con le parti sociali e condiviso dalle forze politiche della maggioranza non prevedo problemi e sarà il bene del paese. Se si cadrà nella tentazione di andare oltre allora si mette a rischio un lavoro importante».