Lavoro, Angeletti: Se il Governo fa passi avanti si chiude l'accordo
Il leader della UIL: Ci sono ancora problemi per quanto riguarda la flessibilità in uscita. Fornero: La riforma serva a cambiare abitudini consolidate. Rete Imprese: Ampie convergenze con Pd, Pdl e Terzo Polo. Rinaldini: La Cgil non ha mandato per modificare l'articolo 18
ROMA - Se il governo farà passi avanti l'accordo sulla riforma del mercato del lavoro si può chiudere. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ai microfoni del GR3 commentando l'incontro di ieri tra il ministro del Welfare, Elsa Fornero con le parti sociali.
Secondo Angeletti, «ci sono state delle disponibilità diverse, migliori rispetto all'ultimo incontro, il che ci fa ben sperare sulle possibilità di avere alla fine un'intesa. Ovviamente ci sono state delle conclusioni, dei ragionamenti che hanno registrato dei passi avanti, passi avanti ovviamente non conclusivi, non dappertutto e non su tutti gli argomenti».
Alla domanda se sia ottimista sull'ipotesi di poter chiudere la trattativa la prossima settimana Angeletti ha risposto: «sì, io ho sempre sostenuto che una volta che il Governo si dovesse accingere a fare dei passi avanti rispetto alle nostre posizioni, l'accordo si può raggiunge in pochi giorni». Quanto allo scoglio più grande ha affermato: «ce ne sono ancora sul mercato del lavoro poi ci sono ancora problemi per quanto riguarda la famigerata flessibilità in uscita».
Infine alla domanda se ci sia stato, a suo avviso, un cambio di atteggiamento da parte dell'esecutivo ha concluso: «non siamo umorali, passi avanti sono stati fatti soprattutto sulla sostanza».
Rete Imprese: Ampie convergenze con Pd, Pdl e Terzo Polo - Una delegazione di Rete Imprese Italia, guidata dal presidente di turno Marco Venturi, ha incontrato i rappresentanti dell'Unione di Centro, del Pd e del Pdl per illustrare le posizioni sulla riforma del mercato del lavoro e le proposte inviate al ministro del Welfare. Lo riferisce un comunicato.
Nel corso degli incontri, cui hanno preso parte il leader dell'Unione di Centro, Pierferdinando Casini, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, e il segretario del Pdl, Angelino Alfano, la delegazione di Rete Imprese Italia ha espresso le forti preoccupazioni per l'andamento di un confronto che sta penalizzando esclusivamente il mondo delle Pmi e ha registrato ampie convergenze sulle necessità che il Governo tenga conto delle esigenze che Rete Imprese Italia ha esposto nelle sedi del negoziato e non lasci senza risposte di merito le proposte avanzate.
Abete: Spero nell'accordo - «Non solo ci credo, ma lo spero». Lo ha detto il presidente di Assonime e di Bnl, Luigi Abete, parlando della possibilità che si giunga a un accordo tra Governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro.
«Ci credo - ha affermato Abete a Skytg24 - perchè mi sembra che ci sia un punto di equilibrio logico, che si sta avvicinando. Da un lato si amplia la possibilità di fare licenziamenti dietro corrispettivo economico per motivi economici. Dall'altro si mantiene l'obbligo di reintegro per i licenziamenti discriminatori. E si creano delle situazioni di flessibilità sui licenziamenti disciplinari».
Fornero: La riforma serva a cambiare abitudini consolidate - La riforma del mercato del lavoro, anche realizzata con l'accordo con le parti sociali, non risolverà tutti i problemi. Alle nuove regole dovranno seguire anche nuovi atteggiamenti perché in caso contrario non saranno centrati gli obiettivi che il Governo si propone. Lo ha sottolineato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, intervenendo a un convegno su Marco Biagi.
«Non sarà facile - ha detto Fornero - dopo la riforma bisognerà poi lavorare perché funzioni. Se a regole nuove non seguiranno comportamenti l'accordo rimarrà lettera morta, come molte leggi del paese. Oltre alle regole devono cambiare gli atteggiamenti». Il ministro del Welfare ha aggiunto che la prospettiva della riforma è di realizzare «buone regole, che dovranno essere spiegate bene perché indurranno a cambiare atteggiamenti e abitudine consolidate. speriamo - ha concluso - che l'accordo migliori la prospettiva per i giovani. Questo è il primo obiettivo che ci siamo dati e questo era anche l'obiettivo che caratterizzava l'azione di Marco Biagi».
Cremaschi: Se firmano i confederali rischiano la catastrofe - Per il presidente del comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, «se il sindacato confederale firmerà l'accordo su lavoro con il Governo così come lo leggiamo sui giornali finirà malissimo e andrà verso la catastrofe perché si parla di un accordo nel quale nessuno ci guadagna è tutti ci perdono, chi meno e chi più». Lo ha detto a margine della presentazione della manifestazione del 31 marzo a Milano contro il Governo. A suo parere si tratta infatti di un accordo «che mette in discussione un principio fondamentale di questo Paese, cioè l'articolo 18. Un articolo che va esteso e non cancellato e ridotto».
Rinaldini: La Cgil non ha mandato per modificare l'articolo 18 - «Siamo all'incredibile: una trattativa sindacale riservata, rispetto alla quale i lavoratori, le lavoratrici, i precari, cioè i diretti interessati sono relegati a spettatori di un teatrino e informati solo dalle veline dei mezzi di informazione». Lo afferma Gianni Rinaldini, coordinatore de «La CGIL che Vogliamo».
«Assistiamo così ad una degenerazione della vita democratica delle organizzazioni sindacali, mentre un negoziato sul mercato del lavoro in una recessione di questa natura ,con l'esplosione senza precedenti di disoccupazione e precarietà richiederebbe , al contrario, coinvolgimento e mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori», ha affermato Rinaldini.
Confesercenti: E' emergenza per pmi, troppe tasse - Cresce la preoccupazione delle Pmi per la tenaglia nella quale vengono sempre più strette, fra balzelli che crescono e i nuovi maggiori costi che rischiano di abbattersi, solo su di loro, dalla annunciata riforma del mercato del lavoro. Da uno studio di Confesercenti sulle ricadute fiscali degli ultimi provvedimenti si ricava che un piccolo imprenditore (fatturato 50 mila euro, con un locale di 100 mq.) dovrà sopportare un onere aggiuntivo annuo fra i 3530 euro e i 5180 a seconda del luogo dove opera.
Acli: Proseguire nella trattativa senza rallentamenti - La strada è ancora piena di ostacoli, ma la riforma del mercato del lavoro sta prendendo il giusto passo e la giusta direzione». E' il parere delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, che invitano il Governo e le parti sociali a proseguire nella trattativa «con coraggio e senza rallentamenti perché l'obiettivo di rendere più equo e più efficiente il mercato del lavoro non può essere rimandato ad altra occasione». Secondo le Acli, «il vero nodo ancora tutto da sciogliere resta quello dei servizi per l'impiego e della formazione professionale».
Fassina: Articolo 18, intervenire sulle procedure - Sulla riforma del lavoro Stefano Fassina, responsabile economia del Pd, intervistato da L'Unità, vede «passi avanti significativi». Fassina giudica incoraggianti «gli impegni del governo sul versante del contrasto alla precarietà nell'accesso al lavoro e su quello degli ammortizzatori sociali. Sul secondo punto, in particolare, registro l'attenzione alla funzione svolta dall'indennità di mobilità. Avendo il governo cancellato le pensioni di anzianità e alzato l'età pensionabile a 66-67 anni, occorre fare i conti con tanti sessantenni che perderanno il lavoro e non possono contare solo su un ammortizzatore che dura 18 mesi. Mi pare che dal tavolo sia emersa una soluzione per questo buco di copertura che avrebbe determinato, come ha detto Bonanni, un'ecatombe sociale. Ora si ragiona anche su un fondo specifico per gestire gli esodi».