La Grecia in bilico tra default e salvezza, con scioperi e rinvii
La Grecia scivola pericolosamente verso il rischio di insolvenza sui pagamenti, stretta in una morsa di proteste interne e pressioni internazionali, mentre i suoi maggiori partiti politici temporeggiano sulle misure che vengono chieste in cambio di nuovi aiuti
ATENE - La Grecia scivola pericolosamente verso il rischio di insolvenza sui pagamenti, stretta in una morsa di proteste interne e pressioni internazionali, mentre i suoi maggiori partiti politici temporeggiano sulle misure che vengono chieste in cambio di nuovi aiuti. Il premier del governo ad interim, il tecnico Lucas Papademos, sta portando avanti negoziati snervanti con i leader dei tre partiti che sostengono l'esecutivo, chiamati a sottoscrivere impegni su nuove e impopolari misure di austerità e riforme pretese da Unione europea e Fondo monetario internazionale. In parallelo Papademos tratta con i tecnici di Ue, Bce e Fmi, la Troika che rischia di spazientirsi per il dilatarsi dei tempi.
Intanto per oggi i maggiori sindacati ellenici hanno proclamato un nuovo sciopero generale, mentre ieri la questione ha riportato turbolenza su tutto il mercato obbligazionario governativo europeo e debolezza sulle Borse, che si è trascinata fino in chiusura. Tuttavia la Borsa di Atene ha chiuso con un balzo del 3 per cento, mentre si sta giocando anche la cruciale partita della ristrutturazione sui pagamenti effettivi dei titoli di Stato greci con i creditori privati.
A tenere in vita il governo Papademos sono i socialisti, guidati dall'ex premier George Papandreou, i conservatori di Antonis Samaras e la destra di George Karatzaferis. Sono chiamati a sottoscrivere gli impegni pretesi da Ue e Fmi, ma un primo round di consultazioni con Papademos si è chiuso con un nulla di fatto; si continuerà oggi.
Una intesa appoggiata a livello politico è indispensabile affinché la Grecia possa sperare di ricevere un nuovo piano di aiuti, da circa 130 miliardi di euro. Questo punto è stato rimarcato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy, durante la bilaterale annuale Francia-Germania. I greci «devono assumersi le loro responsabilità votando le riforme», ha detto Sarkozy -. Pensiamo che un accordo non sia mai stato così vicino, e la cancelliera ha ragione quando dice che adesso bisogna chiuderlo». Quanto ai nuovi aiuti «non ci sarà accordo - ha detto la Merkel - fino a quando le misure concordate con la troika (Ue-Bce-Fmi) non saranno state messe all'opera». La cancelliera ha aggiunto di ritenere necessario un meccanismo che blocchi i tassi di interesse sui bond greci.
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