Draghi: Banche sotto pressione, evitare la stretta del credito
Per il Presidente della BCE meglio alzare i capitali che vendere asset o tagliare i prestiti
ROMA - Le banche dell'area euro si trovano «sotto pressione», ha avvertito il presidente della Bce Mario Draghi, sia sui rafforzamenti delle basi patrimoniali che sono stati loro imposti, sia per le condizioni di finanziamenti in cui si trovano si trovano. Tra paesi europei è stato deciso di procedere con un piano generale che impone di rafforzare le basi patrimoniali. «E' un tentativo di rinsaldare la loro tenuta sui mercati, ma non è un processo facile», ha detto Draghi intervenendo alla Ludwig Erhard Lecture a Berlino.
Fondamentalmente le banche hanno tre possibilità: aumentare i livelli patrimoniali, vendere attività o ridurre l'erogazione di credito all'economia reale. «La prima opzione - ha detto Draghi, secondo quanto riporta un trascritto dell'intervento diffuso dalla Bce - è molto meglio della seconda, e la seconda è molto meglio della terza».
Draghi ha dovuto ammettere che raccogliere capitali su un mercato depresso si scontra con «resistenze degli azionisti». Ma «vendere attività sarebbe meno preferibile, e restringere l'erogazione di credito sarebbe ancora peggio». Per questo «le autorità che volessero limitare l'impatto sull'economia reale» di queste manovre «potrebbero prendere in considerazione l'idea di imporre restrizioni all'erogazione di dividendi e alle retribuzioni una tantum» nelle banche.
Per parte sua la Bce, proprio alla luce di questo quadro la scorsa settimana ha deciso una serie di nuovi provvedimenti volti a garantire liquidità supplementari agevolate alle banche.
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