Direttorio BCE, attesi taglio tassi e liquidità alle banche
Ma la questione più intricata resta quella degli acquisti di titoli di Stato. Dallo scorso agosto la Bce ha riattivato queste operazioni calmieranti, e Draghi ha avvertito che restano «limitate e temporanee»
ROMA - Prima ancora che si apra il vertice tra leader europei, oggi l'attenzione dei mercati sarà magnetizzata da un altro direttorio, quello della Banca centrale europea che resta in primissima linea nelle manovre più concrete volte a contrastare le tensioni dei mercati. Perché restano in molti, in Europa e oltre, esplicitamente o meno, che vorrebbero che l'istituzione monetaria facesse ancora di più a sostegno dei titoli di Stato dell'area euro sotto tensione, mentre la crisi sui debiti pubblici continua ad imperversare. Tuttavia dal Consiglio direttivo sono attese decisioni su altri versanti: quello dei tassi di interesse e quello delle liquidità a favore delle banche commerciali.
Probabile un taglio dei tassi - Perché con il deteriorarsi del quadro economico, e dei timori di ricaduta in recessione dell'area euro, nelle ultime settimane sono salite le attese di un nuovo taglio sui riferimenti del costo del danaro. La maggior parte delle previsioni è per un'altra riduzione di 0,25 punti percentuali, con cui il principale tasso di interesse dell'area scenderebbe all'1 per cento, ma c'è chi si spinge tra gli analisti a ipotizzare anche di più. Ad ogni modo a un mese dal suo insediamento, il quadro che il presidente Mario Draghi si trova di fonte non appare migliorato. E questo oggi dovrebbe trovare riscontri anche nell'aggiornamento trimestrale delle previsioni dei tecnici della Bce su crescita economica e inflazione.
Intanto si teme anche una paralisi del credito che l'area euro potrebbe subire sulla scia della crisi sui titoli di Stato, e per questo la Bce potrebbe anche decidere di rafforzare ulteriormente i sistemi con cui elargisce alle banche liquidità a condizioni agevolate. Nei giorni scorsi indiscrezioni di stampa avevano ipotizzato aste di rifinanziamento su durate pluriennali, laddove ad oggi al massimo si spingono a 12 mesi, ipotesi che sono state riproposte nelle ultime ore. Ma la questione più intricata resta quella degli acquisti di titoli di Stato. Dallo scorso agosto la Bce ha riattivato queste operazioni calmieranti, e Draghi ha avvertito che restano «limitate e temporanee» e finalizzate a evitare distorsioni sulla trasmissione della sua linea di politica monetaria. Ma più di recente sembra aver aperto degli spiragli.
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