Bossi ribadisce il no alla riforma delle pensioni alzando il dito medio
Il leader della Lega: «Non la vogliono neanche Berlusconi e Tremonti». La Loggia: «Riforma ineludibile, va fatta rapidamente». Damiano: Da Bossi «ruggito del topo» sulle pensioni
ROMA - Il no della Lega alla riforma delle pensioni viene ribadito da Umberto Bossi ancora una volta mostrando il dito medio ai giornalisti che gli pongono la domanda: «Non vogliamo mica portare via i soldi delle pensioni ai pensionati per darli alle imprese, come chiede Confindustria. Siam mica matti...». A chi gli chiede se però ieri sera nel vertice di palazzo Grazioli Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti siano tornati ad insistere per la riforma, il leader della Lega risponde: «No, vogliono bene anche loro ai poveracci».
Bossi: «Gli imprenditori si sveglino, servono idee» - Umberto Bossi striglia gli imprenditori, compresa la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, e li invita a «svegliarsi» e tirare fuori qualche idea per «inventare lavoro». La crisi attuale «tutti sanno che è anche un problema degli imprenditori: una volta c'erano imprenditori che inventavano il lavoro, oggi sono invecchiati anche loro e quelli che inventano il lavoro mi sembra che siano in Cina...». Insomma, «devono svegliarsi, anche la Marcegaglia. Non devono mettere i soldi, devono mettere le idee. Ma se il progetto è prendere i soldi dei pensionati e darli alle imprese non cambia niente, rovini solo i poveracci. Ma ci siamo noi...».
La Loggia: «Riforma ineludibile, va fatta rapidamente» - «Intervenire sulle pensioni mi pare ormai un fatto ineludibile. Non mi nascondo che, trattandosi di un argomento serissimo, andrà affrontato contemperando varie esigenze. Ma la riforma del sistema previdenziale va fatta rapidamente». Lo ha dichiarato il presidente della Commissione parlamentare per l'Attuazione del federalismo fiscale, Enrico La Loggia (Pdl), intervenendo stamane alla trasmissione Omnibus su La7. «Dipendesse da me - ha aggiunto - la farei entrare in vigore già a partire dal 2012, elevando la soglia dell'età pensionabile a 66/67 anni per tutti».
Damiano: Da Bossi «ruggito del topo» sulle pensioni - «Ancora una volta Bossi si erge a difensore dei pensionati. Speriamo che sia quella buona, perchè fin qui, alle dichiarazioni roboanti, sono seguiti fatti che andavano in tutt'altra direzione: questo governo, del quale la Lega è il puntello essenziale, le pensioni le ha già abbondantemente saccheggiate». Lo ha affermato Cesare Damiano, capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio.
«Dov'era Bossi - ha domandato l'ex ministro del Lavoro- quando il governo ha alzato l'età pensionabile delle donne a 65 anni, prima nel settore pubblico e poi anche nel settore privato? E la finestra fissa che aggiunge un anno in più di lavoro anche agli operai del Nord entrati a lavorare precocemente, magari a 15 anni, e che hanno maturato 40 anni di contributi? Per non parlare dell'aggancio dell'età pensionabile alla aspettativa di vita.
Adesso in ballo ci sono le pensioni di anzianità. Noi ci batteremo con forza per impedire che siano toccate e che, per quadrare i conti, si continui a colpire soltanto lo Stato sociale. Ci auguriamo che quello di Bossi non sia solo il ruggito del topo».
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