26 aprile 2024
Aggiornato 19:00
La crisi del debito sovrano

La paura della recessione affonda le Borse e l'Euro

Spaventano FED e i dati delle imprese dell'Unione europea. Italia patisce S&P: «Spread record»

ROMA - I mercati mondiali tornano a sprofondare, dopo che ieri le decisioni della Federal Reserve, la banca centrale americana, hanno deluso le attese e al tempo stesso accentuato le paure sui rischi di ricaduta in recessione delle economie avanzate. Uno scenario che secondo diversi osservatori è già in atto, e che proprio oggi trova sgradite conferme nei dati sull'attività delle imprese dell'area euro: a settembre è già finita in territorio recessivo, secondo una indagine periodica. A tarda mattina l'euro crolla a 1,3468 dollari, ai minimi da febbraio. In questo quadro allarmistico l'Italia subisce ancora i contraccolpi del declassamento di rating deciso da Standard & Poor's, che ieri ha avuto come conseguente prosecuzione un taglio anche ai rating di sette banche della penisola, mentre diverse altre sono finite sotto esame. A tarda mattina a Milano il Fste-Mib accusa una caduta del 3,58 per ceto, mentre si accentuano le pressioni sui titoli di stato.

Questo si evidenzia con indebolimenti dei prezzi dei Btp, e speculari aumenti dei loro rendimenti che fanno riallargare il differenziale (spread) rispetto ai Bund della Germania. Sulla scadenza a 10 anni lo spread Btp-Bund ha prima sfondato la soglia psicologica dei 400 punti base, poi ha proseguito fino a stabilire un nuovo massimo a 413 punti base. Successivamente questo divario si è in parte moderato a 401 punti base. Significa che per trovare acquirenti, le emissioni italiane devono offrire oltre 4 punti percentuali di rendimento in più, rispetto alle tedesche, come maggiorazione sul premio di rischio.

Ma oggi sono nuovamente tutti i mercati europei a subire pesanti correzioni ribassiste, mentre l'area euro resta sotto tensione per la vicenda Greca. A dispetto del moltiplicarsi di impegni di Atene a centrare i suoi obiettivi di risanamento dei conti, su cui ad oggi è in ritardo, e con cui dovrebbe assicurarsi altri aiuti di Ue e Fmi, sembra guadagnare consistenza lo scenario di una insolvenza sui pagamenti, seppure pilotata dalle autorità internazionali. Londra cade del 3,82 per cento, Parigi del 4,02 per cento, Francoforte accusa un meno 3,89 per cento.

Ma oggi a spaventare sembra essere stata soprattutto la Fed: ieri la banca centrale americana ha sì varato nuove misure a sostegno dell'economia, ma di fatto si tratta di un rimescolamento delle carte perché avendo margini di intervento ormai apparentemente esauriti si limiterà a vendere titoli di stato Usa a breve scadenza, per finanziare acquisti su bond a lunga maturazione nella speranza - tutta da verificare - che questo allevierà i tassi su mutui e prestiti alle imprese. A fronte di una economia che continua ad indebolirsi, e che secondo la stessa Fed continuerà a soffrire di elevata disoccupazione, questo è tutto quello che la banca centrale Usa appare in grado di mettere in campo. Ieri Wall Street ha a sua volta accusato netti ribassi.