Marcegaglia al Governo: «S&P legge i giornali ma poi valuta il debito»
S&P: Le nostre valutazioni su Italia sono «apolitiche». UE: «La manovra italiana è adeguata». Sangalli: «Crescita lenta e fragile, situazione drammatica»
BOLOGNA - «O questo governo è in grado di varare riforme serie oppure deve andare a casa. È evidente». Lo ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. «Siamo stufi di essere considerati lo zimbello nel mondo», ha affermato la leader degli industriali nell'ambito del Cersaie.
Questa situazione di «stallo, condanna l'Italia ad una situazione molto difficile». Per questo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, chiede al Governo, «nelle prossime ore, nei prossimi giorni» un «piano» che dia il senso della «discontinuità».
«E' un momento difficilissimo, abbiamo poche ore e pochi giorni» a disposizione. O il Governo è in grado di fare riforme che diano un senso di discontinuità, che ci fanno tornare a crescere, o non può stare» perché «siamo in una situazione talmente complicata» e «non fare niente e stare in una situazione di stallo vuol dire condannare l'Italia a una situazione difficile».
«S&P legge i giornali ma poi valuta il debito» - Standard & Poor's, che oggi ha tagliato il rating sul debito italiano, «fa una valutazione complessiva». Per il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia «possiamo non essere d'accordo, ma dobbiamo rispettare» la loro decisione.
«Standard & Poor's valuta l'insieme delle cose, legge i giornali, ma poi credo che valuti anche il debito pubblico, il deficit, e credo che faccia una valutazione complessiva». «Possiamo essere d'accordo o no - ha aggiunto - ma dobbiamo rispettare coloro che fanno questo mestiere».
La decisione dell'agenzia è dovuta principalmente, secondo il presidente di Confindustria, alla «fragilità del governo» italiano nell'applicare le decisioni prese in manovra e alla «non capacità di crescere» del nostro paese.
S&P: Le nostre valutazioni su Italia sono «apolitiche» - Standard & Poor's ha respinto le accuse di faziosità che le sono state lanciate da diversi esponenti politici italiani, dopo il declassamento di rating sull'Italia, affermando con un comunicato che le sue valutazioni sono «apolitiche».
UE: «La manovra italiana è adeguata» - La Commissione Ue non commenta il downgrading dell'Italia da parte dell'agenzia di rating Standard & Poor's, ricordando che la manovra finanziaria è adeguata per portare il debito pubblico su un percorso stabile di riduzione» e per la riduzione del deficit, mirando al pareggio di bilancio entro il 2013. Lo ha detto, rispondendo ai cronisti, il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetaria, Olli Rehn.
«Il problema per l'Italia sono le prospettive di crescita», ha sottolineato il portavoce, secondo il quale è essenziale «che il paese prosegua con un'agenda per realizzare il potenziale di crescita», rimuovendo «gli ostacoli strutturali» che lo frenano.
A questo proposito, ha concluso il portavoce, «è necessario, come questione d'urgenza, costruire il consenso nazionale, anche a livello dei partner sociali, per un'agenda sociale per la crescita sostenibile» e in particolare per «creare lavoro per i giovani, che è un problema serio nel Paese».
Sangalli: «Crescita lenta e fragile, situazione drammatica» - «Si deve fare in modo che il paese affronti in modo serio e immediato il problema della crescita, che è troppo fragile e lenta». Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando il declassamento dell'Italia da parte dell'agenzia di rating Standard & Poor's.
«Non sfugge a nessuno la drammaticità della situazione - ha proseguito a margine di una conferenza stampa sui consumi delle famiglie - a oggi avvertiamo che non ci sono nè le premesse nè le condizioni per una ripresa rapida e certa».
Confcommercio chiede al Governo di varare misure immediate per ridurre la spesa pubblica, «a partire dai costi della politica»; di mettere a regime la tassazione agevolata per il salario di risultato; un piano di privatizzazioni; agire sulle pensioni, «un cammino - ha aggiunto Sangalli - obbligato»; e semplificazione della burocrazia che «pesa sulle imprese per 17 miliardi di euro».
Downgrade S&P non sorprende, Piazza Affari +1,2% - Piazza Affari prosegue la seduta in deciso rialzo, in linea con gli altri indici europei, noncurante del declassamento del rating sul debito italiano annunciato nella notte da Standard & Poor's. Al giro di boa, a Milano il Ftse Mib fa segnare un guadagno dell'1,2%, a Parigi il Cac40 dell'1,1%, a Francoforte il Dax del 2%. Il giudizio dell'agenzia di rating non ha sorpreso più di tanto gli operatori, secondo cui la notizia del downgrade di S&P era già scontata nei prezzi, considerando che i listini si aspettavano la scorsa settimana la bocciatura da parte di Moody's, che invece ha deciso di rinviare ogni decisione a ottobre.
Anche lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi già prezzava un possibile downgrade: il differenziale tra i due titoli, che in avvio di seduta aveva sfiorato i 400 punti base, si è attestato a quota 385.
In Europa gli acquisti sui listini sono stati alimentati anche dagli esiti positivi, in termini di domanda, delle aste di titoli di Stato in Grecia e Spagna, pur se a tassi di interesse in rialzo rispetto alle precedenti emissioni.
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