Mercati: una giornata di quiete
Cresce la preoccupazione per l'opposizione del gruppo dei falchi contrari a nuovi interventi di supporto. Anche il futuro presidente Mario Draghi nei giorni scorsi ha avvertito che gli acqui
ROMA - Anche se le attese sono per un proseguimento degli acquisti - difficilmente si potrebbe fare marcia indietro in un quadro di elevata tensione - il trascinarsi dei problemi potrebbe veder aumentare la fronda dei contrari. Specialmente se a Francoforte si dovessero percepire segnali di allentamento dell'impegno dei governi sul risanamento dei conti, le resistenze a proseguire con gli acquisti di bond si potrebbero rafforzare. E un crescente dissenso in seno alla Bce su queste operazioni rischierebbe di alimentare a sua volta le tensioni di mercato. Intanto i mercati del Vecchio Continente hanno appena tirato il fiato, dopo che il meccanismo salva Stati europeo ha superato lo scoglio della Corte costituzionale tedesca.
Nel mirino della Bce gli acquisti di titoli italiani e spagnoli - Ma domani, nel pieno della nuova tempesta finanziaria domani torna a riunirsi il Consiglio direttivo della Banca centrale europea e nuove incognite potrebbero crearsi attorno al supporto vitale con cui l'istituzione monetaria sostiene l'obbligazionario governativo. Gli acquisti sono stati riattivati appena un mese fa per contrastare tensioni che da alcune settimane hanno preso di mira anche le emissioni di Italia e Spagna, dopo aver bersagliato per mesi quelle di Grecia, Irlanda e Portogallo, fino ad impossibilitare questi tre paesi a reperire rifinanziamenti sul mercato e costringendoli a chiedere piani di aiuto di Unione europea e Fondo monetario internazionale.
Preoccupazione per l’ingrossarsi del gruppo dei contrari - Il programma della Bce era stato approntato oltre un anno fa, nella fase più acuta della crisi sulla Grecia, per poi ridursi fino a restare fermo per molte settimane. La prospettiva di un contagio della crisi a Italia e Spagna ha però finito per convincere i banchieri centrali a riattivare il meccanismo, ad inizio agosto. Tuttavia la decisione non era stata presa all'unanimità, ma a maggioranza, sebbene «schiacciante», aveva precisato il mese scorso il presidente della Bce Jean-Claude Trichet. La Bce non fornisce dettagli su chi voti cosa nelle riunioni del suo direttorio, di cui fanno parte i governatori di tutte le banche centrali nazionali dell'area euro. Diverse indiscrezioni di stampa avevano riportato che ad opporsi sarebbero stati l'esponente della Germania e quello di almeno un paese Benelux, si presume l'Olanda.
Il monito di Draghi: nuovi acquisti di bond non sono scontati - Eloquenti sono stati gli avvertimenti lanciati questa settimana dal futuro presidente della Bce, Mario Draghi: i sostegni di Francoforte ai bond non devono esser dati per scontati. Sono misure temporanee, volte a garantire il corretto funzionamento dei mercati, e soprattutto, ha puntualizzato il governatore della Banca d'Italia, non devono trasformarsi in un modo con cui eludere quello che è necessario fare per risolvere alla radice la crisi sui debiti pubblici: risanare i bilanci. Su questo la Bce martella da mesi in maniera sempre più insistente i governi, richiamandoli ad attuare gli aggiustamenti dei conti il prima possibile, e raccomandando di concentrarsi su riduzioni della spesa pubblica.
Non fa più paura, al momento, l’inflazione - Sembra invece ora in secondo piano il tema che nei mesi scorsi era in cima alle preoccupazioni della Bce: l'inflazione. Nei mesi passati l'istituzione monetaria ha operato due rialzi dei tassi di interesse, dall'1 all'1,5 per cento mentre i rincari del petrolio sembravano portare verso una fase di protratti aumenti dei prezzi. Ma ora il quadro appare repentinamente mutato, mentre si moltiplicano i segnali di rallentamento della ripresa economica, dinamica che potrebbe frenare anche il caro vita e portare la Bce a rivedere i toni della sua retorica anti inflazionistica, e così le attese dei mercati su eventuali futuri rialzi dei tassi che ora appaiono meno scontati. Intanto ad agosto, secondo Eurostat, l'inflazione media dell'Unione valutaria è rimasta stabile al 2,5 per cento.
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