Fini: Bene il «virus» della concorrenza. Riforme per la crescita
Il Presidente della Camera: «Il Sistema Italia soffre ancora di ritardi e difficoltà»
ROMA - E' importante diffondere sul mercato il «'virus' positivo della concorrenza». Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla presentazione della relazione annuale dell'Antitrust a Montecitorio, sottolineando la necessità di riforme «strutturali» per la crescita dell'Italia.
Il sistema Italia, ha detto Fini, soffre ancora di «difficoltà e ritardi» che ne «condizionano l'efficacia». «Per avviare una nuova impresa nel nostro territorio non basta avere buone idee e capacità tecniche e finanziarie per realizzarle. I vincoli burocratici sono ancora soffocanti e paralizzanti, nonostante i ripetuti interventi normativi finalizzati a «liberare» le aziende» e per questo «è compito delle istituzioni adoperasi con maggiore impegno per creare un 'sistema' favorevole alle sfide imprenditoriali, partendo anche dalla realizzazione di un sistema virtuoso a rete che coinvolga aziende, università, istituti di ricerca ed enti pubblici».
Sull'Italia, ha detto Fini, quello che «preoccupa di più» è la «maggiore disparità in ordine alle condizioni reddituali in cui versano i suoi cittadini: il gap tra «ricchi» e «poveri» negli ultimi venti anni si è notevolmente ampliato; il 45% della ricchezza delle famiglie risulta, infatti, possedute dal 10% degli italiani e alla crescente flessibilità nel mercato del lavoro si unisce un livello retributivo tra i più bassi d'Europa, senza peraltro che si siano determinate, per il nostro sistema economico, più favorevoli condizioni di sviluppo. E' evidente dunque che occorre reagire! Ad una sostanziale rassegnazione deve subentrare, da parte delle istituzioni competenti, una risposta chiara ed univoca, il che non significa tornare ad un sistema assistenzialistico falsamente rassicurante, ma significa, semmai, restituire al mercato il suo valore centrale nelle dinamiche sociali».
Per il presidente della Camera «il rilancio della competitività generale del Paese, da tutti evocato, non può quindi che passare dall'attuazione di un processo di riforme e di interventi strutturali senza i quali non si potrà mai riaccendere il motore della crescita. Da questo punto di vista, dobbiamo dare atto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato di segnalare puntualmente al Parlamento le norme che frenano la competitività: è un'azione doverosa e meritoria che esige risposte immediate; con altrettanta sincerità va però detto che non sempre il Parlamento e l'Esecutivo sono in grado di fornire queste risposte. Diversamente diventerà concreto il rischio di consegnare ai giovani un'economia «chiusa», dove ciascun gruppo di interesse protegge la propria quota di ricchezza e di privilegi; un'economia destinata ad impoverirsi, amplificando ulteriormente la già drammatica distanza tra chi ha molto e chi ha niente, facendo scivolare il ceto medio nell'area della povertà e della demotivazione».
«E', perciò, fondamentale diffondere in tutta la società, nelle aziende, ma soprattutto nelle nostre stesse istituzioni, l'attenzione al «virus» positivo della concorrenza: ne risulteranno rafforzati anche gli anticorpi contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia ed anche la battaglia contro i fenomeni di corruzione diffusa ne trarrà giovamento», ha aggiunto il presidente della Camera.