18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Classifica annuale dell’International institute for management development

Competitività: Brasile in discesa, Cina India e Russia stabili

Le cause per il paese sudamericano sono l’elevato indebitamento delle famiglie, causato dall’aumento dell’offerta di credito al consumo, e la crescente inflazione

VERONA - Sono appena stati resi noti i risultati dell’annuale classifica sulla competitività stilata dall’International institute for management development: il Brasile perde posizioni, mentre India, Russia e Cina rimangono più o meno stabili.
Da quanto emerge dal rapporto redatto dall’IMD, nonostante il boom economico, il Brasile appare meno appetibile agli investitori, infatti, per la prima volta dal 2007, scende nella classifica del World competitiveness yearbook, perdendo sei posizioni rispetto all’anno scorso, e collocandosi al quarantaquattresimo posto.
Quattro le cause rintracciate dal professor Carlos Arruda, membro della Fundação dom Cabral, che si è occupato dell’analisi del Brasile per il rapporto stilato dall’IMD: innanzitutto, l’elevato indebitamento delle famiglie brasiliane, causato dall’aumento dell’offerta di credito al consumo, e poi la crescente inflazione.
Oltre a ciò, hanno inciso la forte valorizzazione del real, che comporta la perdita di competitività all’estero dei prodotti locali, e il fatto che la produzione industriale risulta ancora poco efficiente, a causa della deindustrializzazione del sistema produttivo, fattore questo che è a sua volta dovuto alla supervalorizzazione della moneta nazionale e agli elevati costi di produzione, che fanno sì che sia più conveniente importare dall’estero.

Piuttosto stabile si rivela invece la situazione degli altri paesi Bric, infatti l’India e la Cina sono scese di una sola posizione, collocandosi rispettivamente al trentaduesimo e diciannovesimo posto, mentre la Russia ne ha guadagnate due, posizionandosi quarantanovesima.
Al vertice della classifica si sono piazzati a pari merito gli Stati Uniti e Hong Kong, seguiti da Singapore e Svezia; l’Italia invece si è posizionata al quarantaduesimo posto, superando di poco il Brasile.

Fonte: Interprofessional Network Spa