18 aprile 2024
Aggiornato 15:00
OGM, Caso Blalok

«La controversia tedesca dimostra che la coesistenza non è possibile»

È il commento di Andrea Ferrante, presidente nazionale di AIAB: «Oltre a rappresentare un problema ambientale e una minaccia per i campi e la biodiversità delle colture»

ROMA - «Il parere dell’avvocato generale della Corte di giustizia europea sulla causa che oppone l’apicoltore Karl Heinz Bablok al Land della Baviera è l’ennesima dimostrazione del fatto che la coesistenza in campo aperto tra coltivazioni tradizionali e coltivazioni OGM è semplicemente impossibile».
È il commento di Andrea Ferrante, presidente nazionale di AIAB, sulla controversia tedesca che ha portato l’avvocato generale della Corte di giustizia europea a concludere che il miele in cui è riscontrabile la presenza di polline di mais OGM, nella fattispecie MON 810, e gli integratori alimentari a base di polline contenenti contaminazioni della medesima varietà di mais devono essere soggetti ad un'autorizzazione all'immissione in commercio e devono essere etichettati come OGM, indipendentemente dal fatto che tale materiale sia stato incluso intenzionalmente o meno. Ricordiamo che nel caso in questione nei prodotti apicoli furono riscontrati residui del dna del mais transgenico, coltivato a una distanza di circa 500 metri dagli alveari di Bablok.

«Oltre a rappresentare un problema ambientale e una minaccia per i campi e la biodiversità delle colture - prosegue Andrea Ferrante - gli OGM si confermano anche come un serio problema economico. Infatti, se la Corte di giustizia confermerà, come è probabile che accada, l’orientamento dell’avvocato generale, l'intero sistema produttivo sarà sotto la spada di Damocle di possibili contaminazioni transgeniche. Bisogna uscire dalle sterili discussioni sulle soglie di tolleranza per le contaminazioni, mentre è urgente che le autorità nazionali e regionali si attivino per prevenire nuove minacce al nostro sistema produttivo e al nostro territorio, a partire dalla triste esperienza del Friuli Venezia Giulia».