16 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Chiamparino: «Ipotesi inaccettabile»

«Fiat e Chrysler potrebbero fondersi»

Marchionne: vari scenari allo studio, ma prima l'integrazione operativa. Per il gruppo di Detroit uno spot di due minuti nel Super Bowl. L'ad del Lingotto: «Merita vederlo»

ROMA - Fiat e Chrysler potrebbero fondersi in un unico gruppo che potrebbe avere sede negli Stati Uniti. Lo ha detto l'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne che colloca tale eventualità, esaminata insieme ad altri scenari, nell'arco di 2-3 anni. E ciò - ha detto parlando a una conferenza organizzata a San Francisco dalla Jd Power, secondo quanto riportato da Automotive News - non succederà prima che Chrysler abbia rimborsato i prestiti del governo Usa che hanno impedito a Chrysler di andare in utile e fino a quando non ci sarà un collocamento della società in Borsa, fatti entrambi che dovrebbero succedere entro il 2011.

«Chi lo sa? - ha detto Marchionne - Nei prossimi 2 o 3 anni potremmo cercare (di costruire, ndr) una sola entità che potrebbe avere sede qui» negli Usa, ha detto Marchionne parlando alla tavola rotonda di San Francisco. Secondo il numero uno di Fiat le società stanno considerando un certo numero di «alternative e di scenari. Prima abbiamo bisogno di integrarle operativamente e dopo di guardare alla loro governance».

CHIAMPARINO - «E' presto per tracciare scenari negativi. Ma al rientro in Italia di Marchionne chiederò subito un incontro urgente con i vertici Fiat». Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che non sembra voler cedere a facili allarmismi, dopo l'ipotesi prospettata dall'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, a San Francisco, di una fusione con Chrysler in «due-tre anni», magari spostando la sede della nuova entità negli Usa.
Il primo cittadino torinese tuttavia vuole vederci chiaro e bolla come «inaccettabile» l'ipotesi, anche se l'azienda è «multinazionale». Al momento, dice Chiamparino, «non abbiamo gli elementi per capire cosa volesse dire Marchionne. Per questo mi riservo di approfondire, di chiedere subito un faccia a faccia con il presidente del Lingotto e con lo stesso ad».

SACCONI - «A Marchionne chiediamo la garanzia di un trasparente e continuo confronto con le istituzioni e le parti sociali». Lo dichiara il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, commentando le affermazioni del manager italo canadese su una possibile fusione tra Chrysler e Fiat con il conseguente trasferimento di quest'ultima negli Usa.
«Una vaga ipotesi - dice Sacconi - non è una decisione. E non può quindi dar luogo al solito festival delle Cassandre. Una cosa è certa: l'Italia tutta, nelle sue componenti istituzionali come in quelle sociali prevalenti, si è guadagnata il diritto a conservare funzioni direzionali e progettuali. E l'ulteriore evoluzione dell'efficienza dei siti produttivi può ancor più consolidare questa legittima aspettativa che il governo è decisamente intenzionato a far valere. A Marchionne - conclude - chiediamo la garanzia di un trasparente e continuo confronto con le istituzioni e le parti sociali».

CAMUSSO - La Cgil torna a chiedere che il governo convochi un tavolo sulla Fiat dopo le dichiarazioni di ieri dell'ad, Sergio Marchionne, che ha prospettato l'ipotesi di una fusione della Fiat con la Chrysler e il trasferimento della sede a Detroit nel giro di 2-3 anni. «Mi pare che questa dichiarazione confermi tutte le preoccupazioni che avevamo. Non possiamo che continuare a chiedere che il Governo faccia una volta tanto il suo mestiere, ovvero convocare Marchionne, e che si discuta finalmente del piano industriale e delle cose vere invece che di come trattare male i lavoratori», ha dichiarato Camusso a margine dell'iniziativa di Libertà e Giustizia.