29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Crack Parmalat

«Tanzi va arrestato, pericolo di fuga»

La richiesta del Pg di Milano nel processo d'appello. Per la legge l'imputato è troppo vecchio solo per scontare condanne definitive

MILANO - Calisto Tanzi è un imputato pericoloso e può far perdere le sue tracce sia perchè ha enormi disponibilità finanziarie come si desume dai sequestri avvenuti sia perchè vanta solidi collegamenti all'estero come dimostra il viaggio in Sudamerica all'inizio delle indagini. E' questa la motivazione con cui la procura generale di Milano ha chiesto questa mattina al Riesame di annullare la decisione con cui la corte d'Appello aveva respinto la richiesta di far tornare in carcere l'ex patron di Parlamat che a maggio si era visto confermare la condanna a 10 anni di reclusione per aggiotaggio, falso in revisione e ostacolo alla Consob nel processo milanese per il crac Parmalat.
Per la procura generale di Milano ci sono tutti i significativi parametri ritenuti idonei dalla Cassazione a livello di giurisprudenza per considerare non certa ma probabile la fuga. La procura generale definisce inoltre «ambiguo» il comportamento di Tanzi nel corso delle indagini e del processo.

CUSTODIA CAUTELARE - Tanzi ha più di 70 anni, ma ciò impedisce di andare in carcere solo per scontare la pena definitiva non la custodia cautelare. La condanna di Tanzi per aggiotaggio dovrebbe diventare definitiva entro il giugno dell’anno prossimo se non interverrà la prescrizione. La scorsa settimana la procura di Parma, al termine della requisitoria nel processo principale sulla bancarotta del gruppo di Collecchio ha chiesto la condanna di Calisto Tanzi a 20 anni di carcere.

LA REPLICA - La richiesta di carcere, «è infondata e apodittica» hanno subito replicato gli avvocati Fabio Belloni e Giampiero Biancolella che insieme al professor Filippo Sgubbi difendono l'ex patron di Parmalat. «Non c'è alcun pericolo di fuga, e Calisto Tanzi è venuto in tribunale apposta per attestarlo con la sua presenza», ha sottolineato l'avvocato Belloni.