26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Domani la fiducia alla Camera

Manovra, Quirinale: avanti su riduzione debito

Arriva il taglio di 1.000 euro per gli stipendi dei Deputati. L'ok finale giovedì

ROMA - Si giocherà domani in Aula alla Camera l'ultima decisiva partita sulla manovra economica del governo. Montecitorio dovrà votare la fiducia al governo e licenziare definitivamente il giorno successivo il decreto che corregge i conti italiani e che dovrebbe mettere al riparo il Paese dal rischio di ulteriori turbolenze finanziarie. Una manovra da 25 miliardi «pesante, straordinaria e urgente» che tuttavia, secondo il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, «non esaurisce l'importante compito della riduzione del debito pubblico». Un obiettivo che, per il presidente della Repubblica, «richiederà un impegno di ben più lunga lena, uno sforzo costante e coerente di revisione sia di indirizzi di governo sia di comportamenti collettivi».

Napolitano interviene poi sui tagli ai cosiddetti «papaveri», come li ha definiti il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e avverte di evitare misure «improprie». Per tutti i cittadini, dice, «è necessario fare sacrifici in proporzione ai loro redditi effettivi ma non postulando tagli di risorse e appiattimenti su parametri impropri, quasi si trattasse di penalizzare gruppi di privilegiati e di intoccabili». E con lo sguardo rivolto ai diplomatici che nei giorni scorsi hanno scritto al Capo dello Stato per esprimere preoccupazione per i tagli della manovra, afferma: è necessario «salvaguardare, rinnovare, ma non mortificare funzioni e strutture portanti dello Stato nazionale. Tra queste certamente quella della politica estera e della diplomazia che ne è strumento insostituibile».

Costi della politica - Intanto, oggi Montecitorio ha deciso, per effetto della manovra, un taglio di 1.000 euro netti sugli stipendi dei deputati e dei dipendenti del Palazzo. Il taglio inciderà per 500 euro sulla diaria di soggiorno (oggi pari a 4.003, 11 euro) e per i restanti 500 euro sulla somma destinata al rapporto eletto-elettore, quei 4.190 euro destinati anche ai 'portaborse'. La Camera, inoltre, taglierà complessivamente nei prossimi tre anni (tra il 2011 e il 2013), 60 milioni di euro, sul complesso di tutte le spese. L'ufficio di presidenza di Palazzo Madama si riunirà giovedì mattina per affrontare la questione. Anche i membri del Senato dovrebbero decidere di rinunciare alla stessa somma stabilita dai colleghi della Camera.

Voto di fiducia - L'Aula di Montecitorio si riunirà domani pomeriggio alle 15.30 per le dichiarazioni di voto, e intorno alle 17 inizieranno le procedure per il voto di fiducia. Il via libera finale è previsto al massimo entro giovedì 29 luglio, perchè il testo scade a fine mese. Il testo sul quale l'esecutivo si appresta a incassare la 36esima fiducia è lo stesso approvato dal Senato. Tra le principali novità, il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, la riforma delle pensioni e i tagli per Regioni, Province e Comuni. Arriva inoltre la riduzione delle retribuzioni dei manager, la stretta sull'evasione fiscale e le assicurazioni, i tagli ai ministeri e ai costi della politica. Entrano anche le norme per la libertà d'impresa, i rincari dei pedaggi autostradali e la sanatoria per oltre 2 milioni di 'case-fantasma'.