Manovra: Berlusconi, senza fiducia elezioni anticipate
In una intervista a «Studio Aperto» il premier traccia la linea del Piave
Avanza sulla manovra, indietreggia sulle intercettazioni, lancia un ultimo avviso a Fini.
Questi i tre punti cardinali che guideranno le mosse di Silvio Berlusconi per uscire dalle acque infide in cui, secondo Financial Times, è costretto a navigare.
Ma è il quarto punto cardinale a cui Berlusconi ha deciso di affidarsi, quello che fa più notizia: «Se la manovra non passa tutti a casa», ha minacciato questa mattina il premier, in una intervista a Studio Aperto.
«Tutti a casa» è bene precisarlo, non vuol dire «governo a casa». Echeggiando il titolo di un film con Alberto Sordi che rievocava le sorti dell’esercito italiano dopo l’8 settembre, quel «tutti a casa» vuol dire «Parlamento a casa»; e quindi scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate.
Questo è lo scenario entro il quale Silvio Berlusconi intende muoversi.
Come è solito fare il Presidente del Consiglio evoca lo spettro di una bomba atomica finale come il viatico migliore per avviare una trattativa. E’ un modo di patteggiare che in genere dà buoni i frutti perché è basato sulla trasparenza degli sbocchi finali. Fra l’annuncio e l’esecuzione, questo il succo di questo metodo, si lascia invece la porta aperta a molteplici possibilità di trovare un accordo.
Le pedine di scambio a disposizione del premier nella partita a scacchi intrapresa dal Cavaliere non sono poche.
Prima fra tutte c’è il provvedimento sulle intercettazioni.
Da quello che ha lasciato trapelare, Berlusconi sembra disposto a non forzare la mano sui tempi e quindi lo spauracchio intercettazioni potrebbe slittare a settembre.
Per Fini, che ha definito l’intenzione di procedere a marze forzate per l’approvazione della legge in agosto un «puntiglio» del premier, sarebbe una bella vittoria.
E potrebbe essere una vittoria anche per Napolitano la disponibilità di Berlusconi ad accettare modifiche al testo della legge e quindi a rimuovere quelle «criticità» denunciate dal presidente della Repubblica.
Quale è la moneta di scambio che potrebbe compensare Berlusconi delle rinunce?
Il Lodo Alfano esteso a tutti i ministri e ai reati imputati anche prima dell’assunzione dell’incarico.
Con una legge delle intercettazioni riveduta, ma non tanto da lasciar passare i contenuti più compromettenti o lesivi dal punto di vista dell’immagine e con il Lodo Alfano rinforzato, il premier potrebbe così affrontare un futuro al riparo da imboscate giudiziario-giornalistiche.
Inoltre con l’approvazione della manovra anche il versante dell’economia potrebbe riservare a Berlusconi giornate meno dense di patemi d’animo.
Si creerebbero così le condizioni per affrontare l’ultimo angolo acuto del sistema, quello della fronda interna di Gianfranco Fini.
Finora il Cavaliere quando si è messo a giocare a scacchi con i suoi avversari politici ha vinto sempre lui. In questo momento le variabili sono, però, superiori che in passato.
Oggi Berlusconi, a scanso di equivoci, con quel «tutti a casa» ha comunque voluto puntualizzare che al momento il proprietario della scacchiera è ancora lui; e quindi è in grado di far finire il giuoco quando vuole.
L’interrogativo che molti protagonisti della politica si stanno ponendo in questo momento è: Berlusconi sta bluffando o i fili, veramente, sono ancora tutti in mano sua?