Consiglio comunale congiunto tra fischi e applausi
Il Presidente della Provincia Cesaro: «Sarebbe un incubo chiusura stabilimento»
POMIGLIANO D'ARCO - E' stata una seduta congiunta molto movimentata quella del consiglio comunale di Pomigliano d'Arco con l'assemblea consiliare della Provincia di Napoli. L'appuntamento, iniziato poco dopo le 17 presso il cinema Gloria della città alle porte di Napoli, ha visto l'alternarsi di applausi e fischi. Una sorta di bilanciamento tra i sostenitori del sì e quelli del no al referendum di domani per avallare o meno l'accordo tra la Fiat e i sindacati tranne la Fiom. Consensi e dissensi anche ai politici che sono intervenuti all'assemblea pubblica. Contestazioni per alcuni esponenti del Pdl, non ultimo il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, ma anche per alcuni esponenti del Pd e di Rifondazione comunista. Una sorta di 'duello' tra le tute blu esasperate per la mancanza di lavoro e chi, invece, spinge affinchè lo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano accetti i 700 milioni di euro di investimento offerti dal Lingotto per il rilancio del sito produttivo napoletano.
«Vogliamo lavorare, ma vedere tutelati anche i nostri diritti», hanno detto in più occasioni i lavoratori presenti in sala. «Quest'accordo non ci tutela ed è un ricatto - gridano altri - non è vero che siamo assenteisti, vogliamo solo difendere quello che ci spetta di diritto».
«Se domani gli operai della Fiat di Pomigliano non dovessero dare un forte e chiaro sì all'accordo raggiunto con l'azienda, se non dovesse essere chiara la bocciatura miope e strafottente della Fiom - ha detto nel corso del suo intervento Cesaro - allora per i 15mila lavoratori diretti e indiretti del settore metalmeccanico napoletano potrebbe cominciare un incubo che porterebbe alla chiusura dello stabilimento torinese e di decine di fabbriche dell'indotto, un incubo che costringerebbe probabilmente migliaia di operai ad emigrare, magari in Polonia, dove paradossalmente andrebbero a lavorare in condizioni anche peggiori di quelle che avrebbero avuto sotto casa. Questo non possiamo consentirlo. Non è possibile - ha continuato - paventare uno scenario del genere, bruciando la possibilità di avere 700 milioni di investimenti sul territorio in un periodo di forte crisi».
«Non credo che la Fiat dia delle garanzie, pone soltanto delle condizioni - ha detto Tommaso Sodano, capogruppo del Prc nel consiglio provinciale a Napoli - non è possibile un raddoppio della produzione in un momento di così grave crisi economica ma anche ambientale. Quelle poste dall'azienda sono condizioni capestro che prevedono alcune importanti privazioni. Il ricatto del lavoro - ha proseguito Sodano - non può essere il primo passo per arrivare a distruggere tutto il Paese».
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