20 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Welfare «leghista»

Revocare la pensione ai condannati mafia e terrorismo

Presentata una proposta di legge dalla Lega Nord: «Ma può diventare un emendamento alla manovra»

ROMA - Revocare qualsiasi tipo di pensione o di assegno sociale ai condannati per reati di terrorismo e di criminalità organizzata e, se condannati per favoreggiamento o complicità, anche ai loro familiari. E' la proposta di legge, appena due articoli, presentata dal gruppo della Lega alla Camera, con l'ipotesi che possa diventare un emendamento al decreto con la manovra finanziaria.

Più che il risparmio economico, limitato, per il capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni è importante dare «un segnale di giustizia con la g maiuscola: è inconcepibile che lo Stato paghi la pensione a persone che magari hanno sciolto dei bambini nell'acido», ha spiegato.

La deputata Carolina Lussana sottolinea poi che la proposta leghista non dovrebbe incontrare problemi di costituzionalità: «E' vero che limita un diritto fondamentale, ma è una sanzione accessoria di una condanna penale, come altre limitazione di diritti già presenti nel nostro ordinamento, ad esempio per i falliti o come quella in discussione di ineleggibilità per i condannati per corruzione».

«Si tratta di una proposta politica forte - rimarca Jonny Crosio - che per noi deve avere la massima priorità: è una autentica ingiustizia sociale che non può più essere tollerata». Massimiliano Fedriga osserva poi che «in un periodo di difficoltà economica è giusto dare un segnale di giustizia sociale», e spiega: «Per i condannati in primo grado scatta solo la sospensione, che diventa revoca definitiva se condannati in giudicato». Misura che scatta immediatamente per i condannati in via definitiva che al momento già godono di un trattamento economico erogato dallo Stato. «Ci auguriamo - conclude Fedriga - che tutti i gruppi parlamentari convergano su una proposta di buonsenso, senza sterili polemiche».