24 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Arriva una «piccola rivoluzione»

In Cina aumentano i salari

Pechino vuole più consumi. Pesa anche la demografia: meno giovani

PECHINO - In Cina i salari aumentano, e la questione guadagna rilevanza mondiale perché è facendo leva sui bassi costi del lavoro che nei decenni passati il Dragone ha costruito la sua posizione di primato planetario quale centro dell'industria manifatturiera. Ma la crisi ha cambiato l'economia ovunque, ha fatto piombare in recessione i paesi avanzati, tradizionali mercati di sbocco delle esportazioni cinesi, e anche in Cina arrivano cambiamenti. Da mesi le stesse autorità si sono impegnate e perseguire aggiustamento degli equilibri sui canali di crescita, in particolare rafforzando i consumi interni.

Quindi salari più alti, anche se questo potrebbe comportare una parziale perdita di competitività su certi beni di bassa fascia, come le classiche T-shirt, la cui produzione potrebbe perfino in parte trasferirsi in paesi con costi ancora più bassi, come il Vietnam. Quello su cui Pechino non intende cedere posizioni sono i beni di punta, come gli smartphone, avvertono gli economisti, su cui il costo del lavoro è solo «una fetta della torta». In ogni caso anche con i rialzi che si profilano - nell'area di Pechino è stato deciso di aumentare del 20 per cento il livello imposto sui salari minimi, voce ferma dal 2008 e su cui anche le altre metropoli dovrebbero seguire - la busta paga media di un operaio cinese resta lontanissima da quella dei lavoratori occidentali: 250 euro al mese.

In più non ci sono solo manovre calate dall'alto alla base di questi mutamenti in Cina. Anzi c'è anche chi sostiene che a pesare sono fattori demografici, come Marshall Meyer, sinologo dell'Università della Pennsylvania, citato dal New York Times: in Cina entrano meno giovano sul mercato del lavoro. In pratica ci sono meno persone pronte a andare in fabbrica e «quello che la strategia e il dialogo sull'economia non sono riuscite a fare lo sta facendo la demografia - ha detto -: far aumentare i costi dei prodotti cinesi».