27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
I «sacrifici»

Anm: la manovra mina la nostra indipendenza

Luca Palamara: «Colpite soprattutto le giovani Toghe. Le Misure previste paralizzano il sistema giudiziario»

ROMA - La manovra del governo «incide unicamente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato»; «paralizza l'intero sistema giudiziario»; «mina l'indipendenza e l'autonomia della magistratura; colpisce soprattutto gli stipendi dei giovani magistrati che «subiscono una riduzione fino al 30 per cento». Nel giorno in cui decide di proclamare lo sciopero, l'Associazione nazionale magistrati elenca le ragioni che spingono le toghe ad incrociare le braccia, a distanza di cinque anni dall'ultima protesta.

Le misure decise dal governo, denuncia il sindacato delle toghe, colpiscono «in maniera iniqua, indiscriminata e casuale». L'Anm cita degli esempi a sostegno delle sue tesi: «Un pubblico dipendente (magistrato o altro funzionario) con uno stipendio lordo di 150.000 euro subirà un taglio di stipendio di 3.000 euro lordi l'anno (cioè il 2% dello stipendio), mentre un magistrato di prima nomina con uno stipendio lordo di circa 40.000 euro subirà tagli complessivi per circa 10.000 euro lordi l'anno (circa il 25% dello stipendio)».

Al governo, invece, l'Anm chiede «interventi strutturali che consentirebbero di ridurre le spese nel settore giustizia e di recuperare risorse per lo Stato». E ribadisce «le proposte più volte avanzate»: soppressione dei piccoli Tribunali, delle sezioni distaccate di Tribunale e della metà degli uffici del giudice di pace, tutte misure che «consentirebbero di risparmiare, a regime, decine di milioni di euro»; recupero delle pene pecuniarie e delle spese di giustizia, «circa 1 miliardo di euro l'anno»; sospensione dei processi con imputati irreperibili, che «costano decine di milioni di euro solo per il pagamento delle spese di patrocinio».

«I magistrati intendono denunciare all'opinione pubblica e al Paese le gravi disfunzioni del sistema giudiziario, rappresentando le attività di supplenza di cui si fanno carico quotidianamente nell'interesse dei cittadini», conclude l'Anm nella nota diffusa al termine della riunione.