20 aprile 2024
Aggiornato 08:30
I sindacati della scuola «alzano» la voce

A giugno manifestazioni e stop degli scrutini

Il 5 in piazza Cisl, Gilda, Cobas. Poi tocca a Cgil, Uil, Unicobas contro gli effetti della manovra, in particolare il blocco delle progressioni di anzianità

ROMA - A due giorni dalla presentazione della manovra finanziaria, che per il comparto istruzione prevede il blocco del contratto e degli scatti di anzianità per tre anni, i sindacati della scuola fanno sentire la loro voce attivando un fitto piano di contestazioni a partire dal mese di giugno: per il momento si tratta di iniziative individuali, a livello di singola sigla, ma la sovrapponibilità dei motivi della protesta potrebbe indurre i sindacati anche ad attuare una mobilitazione unitaria.

Questo il piano delle proteste. Oggi la Flc-Cgil ha approvato all'unanimità un ordine del giorno di denuncia delle gravi conseguenze recessive della manovra economica del Governo: i lavoratori della conoscenza hanno annunciato che assieme a famiglie, studenti, ricercatori e precari, procederanno all'occupazione degli Uffici scolastici provinciali e regionali il 3 e 4 giugno prossimi.

Previste anche assemblee pubbliche e nei luoghi di lavoro. Oltre che l'adesione alla «manifestazione che si terrà a Roma, il 12 giugno, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo con la Cgil e la Fp, insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori, agli studenti, ai pensionati che non vogliono che il prezzo della crisi gravi sempre 'tutto sulle nostre spalle'».

Blocco delle progressioni di anzianità - Contro gli effetti della manovra, in particolare il blocco delle progressioni di anzianità, «una misura che contrasteremo con forza se non verrà modificata l'attuale stesura del decreto sull'emergenza», anche la Cisl Scuola scenderà in piazza: lo farà il 5 giugno a Roma.
«Lo annunciamo - spiega il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima - convinti di non venir meno ai nostri doveri di responsabilità perché si tratta di una misura iniqua, di un inconcepibile accanimento verso una categoria che sta già pagando un alto prezzo alle politiche di contenimento della spesa, oltre a condividere i pesi che la manovra scarica sull'insieme dei pubblici dipendenti, a partire dal blocco dei contratti».