20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Slittamento dell'anno scolastico

Sindacati: la scuola è materia delle regioni

Scrima (Cisl): «Altre le priorità». Di Meglio (Gilda): «Inaccettabile»

ROMA - Di fronte all'eventualità di slittamento ad ottobre dell'inizio dell'anno scolastico, i sindacati della scuola rispondono con un secco no: dopo le perplessità di Flc Cgil e Uil scuola, anche se quest'ultima aveva ammesso tramite il suo segretario Massimo Di Menna che «l'idea non è poi così malvagia», nella seconda parte della giornata sono giunte le forti critiche della Cisl Scuola e della Gilda.

Entrambe hanno confermato come il ddl presentato dal senatore Pdl, Giorgio Rosario Costa, sia carente prima di tutto sul fronte del rispetto della normativa vigente: «Mentre la scuola sta vivendo uno dei suoi momenti più critici in tema di organizzazione del lavoro, risorse e prospettive future - ha dichiarato Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola - la nostra classe politica si diletta con pronunciamenti concernenti il calendario scolastico, sapendo oltretutto che questa materia è prerogativa delle regioni».

Secondo il sindacalista confederale «è necessario e non più rinviabile, invece, affrontare i veri problemi della scuola e le ricadute sull'offerta formativa e sul personale scolastico. Se davvero si è convinti che - in un momento di crisi e di grande difficoltà per il paese - l'istruzione e la formazione siano leve strategiche per sostenere la ripresa e lo sviluppo, ben altre - ha concluso Scrima - devono essere le priorità e le attenzioni del mondo politico e non quella della data di inizio dell'anno scolastico».

Quasi simbiotico il commento di Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti: «con la scuola pubblica statale - ha detto il leader del sindacato autonomo dei docenti - vittima di tagli pesantissimi, non ha alcun senso aprire un dibattito sulla possibilità di posticipare l'inizio dell'anno scolastico. I problemi di cui soffre il sistema dell'istruzione sono ben altri e il Governo sembra ignorarli del tutto».

Anche Di Meglio si è soffermato su un dato inequivocabile: «la durata dell'anno scolastico - ha ricordato - è stabilita dalla legge e posticipare al primo ottobre l'avvio delle lezioni significherebbe protrarre l'apertura delle scuole fino al 30 giugno. Un'ipotesi inaccettabile, considerate le già difficili situazioni in cui versano molti istituti. Ne potremmo discutere - ha concluso ironicamente il coordinatore nazionale della Gilda - quando tutte le scuole italiane saranno dotate di impianti per l'aria condizionata».