28 agosto 2025
Aggiornato 10:30
Ddl Università

Oggi «occupati» i rettorati di decine atenei

Nella capitale Tor Vergata, Sapienza e Roma Tre. Il 18 manifestazione al Senato

ROMA - La mobilitazione settimanale delle organizzazioni e associazioni della docenza universitaria entra nel vivo: per protestare contro i tagli ai finanziamenti ed il disegno di legge Gelmini di riforma universitaria in discussione al Senato, oggi è prevista l'occupazione dei principali rettorati degli atenei pubblici italiani.

A Roma l'occupazione si realizzerà in tutte e tre le università: a Tor Vergata è stata organizzata un'assemblea a partire dalle 10, cui seguirà lo spostamento di una delegazione dei partecipanti all'interno del rettorato; alla Sapienza l'occupazione scatterà alle ore 11; mentre alle 14,30 sarà la volta di Roma Tre. Confermata per il giorno dopo la manifestazione nazionale, organizzata delle 18 sigle sindacali di settore, davanti al Senato.

«Le ragioni della protesta - ribadisce la Flc-Cgil attraverso un comunicato - sono legate alla drammatica condizione in cui versano gli atenei per effetto dei tagli al finanziamento in parte già attuati, ed in parte da attuare nel 2011 e 2012. Una proiezione della Conferenza dei Rettori stima al 1 gennaio 2011 il momento di insostenibilità finanziaria per gran parte degli Atenei. Già oggi molte Università sono in una condizione di deficit crescente che impone il taglio dei corsi, dell'offerta formativa, della ricerca; in qualche caso hanno annunciato l'impossibilità a breve di pagare gli stipendi al personale».

Gli organizzatori della mobilitazione - in rappresentanza di docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, lettori, precari e studenti respingono, inoltre, il ddl Gelmini in discussione al Senato: secondo i lavoratori della conoscenza della Cgil «rappresenta una vera e propria controriforma destinata a mutare radicalmente il funzionamento e la missione dell'Università, alterandone la natura aperta e democratica attraverso norme centralistiche e autoritarie, disegnando un'Università pubblica sempre più povera di risorse e qualità, destinata ai pochi che se la possono permettere, con un attacco frontale - conclude il sindacato - al diritto allo studio».

Tra i più attivi nella protesta figurano i ricercatori: durante le ultime assemblee, svolte a Roma e Milano, hanno espresso il netto rifiuto nei confronti dello schema di riforma che prevede, per una parte di loro, l'accesso alla docenza solo tramite concorso selettivo e la possibile espulsione dal sistema accademico dopo anni di precariato.