25 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Conti pubblici

Manovra a inizio giugno, si studia una stretta sugli statali

Sindacati critici. Stretta sulla spesa corrente ed evasione fiscale interna. No al condono sugli immobili

ROMA - Stretta alla spesa corrente, interventi sul pubblico impiego, ulteriore giro di vite sull'evasione fiscale interna e internazionale e misure sui giochi. Sono alcuni dei macro capitoli su cui i tecnici del Tesoro e degli altri ministeri coinvolti stanno lavorando per mettere a punto delle ipotesi di intervento che dovrebbero confluire nella manovra che, a quanto si apprende, approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri la prima settimana di giugno.

25 miliardi in 2 anni - Via Venti Settembre ha deciso di accelerare i tempi di approvazione del provvedimento, indicati nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica per giugno-luglio, ma al momento la fase della messa a punto è ancora alle battute iniziali perchè il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti, è stato alle prese con la crisi della Grecia e la stabilizzazione dell'euro. In pratica, è soltanto da qualche giorno che al Tesoro ci si è potuti concentrare sul decreto e da adesso in avanti le riunioni saranno sempre più intense per arrivare a definire il corposo pacchetto di interventi per circa 25 miliardi in 2 anni.
Sembra difficile invece al momento che entri nella manovra la regolarizzazione degli immobili per sanare gli adempimenti pregressi. Ipotesi che permetterebbe di sanare la grave situazione fotografata dall'Agenzia del Territorio.

I sindacati sono fortemente critici sull'ipotesi di tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici sulla falsariga di quanto annunciato dalla Spagna e chiedono una convocazione al governo prima del varo della manovra. Per il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, il governo dovrebbe piuttosto pensare a garantire più diritti sul lavoro con lo stop delle norme sull'arbitrato e per i precari, soprattutto nella scuola.
Secondo Epifani occorre intervenire su altri capitoli di spesa come «l'acquisto di beni e di servizi, cioè tutto quello che è stato esternalizzato. Questo è il vero motivo - spiega - per cui anche nel 2009 è aumentata la spesa corrente malgrado le difficoltà e la crisi». Il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, propone un patto tra Governo, forze politiche e parti sociali per tagliare gli sprechi e la spesa pubblica improduttiva. E avverte che sarebbe un «errore gravissimo» tagliare invece la spesa sociale, così come avvenuto in Grecia e come sta avvenendo in Spagna.