Scuola, terminato il corteo dei Cobas
Il presidio rimane fino a domenica. «Assedio permanente» per chiedere lo stop dei tagli e della riforma dei superiori
ROMA - Avrà un «coda» almeno fino a domenica la manifestazione organizzata oggi a Roma dai Cobas della scuola in difesa dell'istruzione pubblica, contro i tagli al settore e l'approvazione delle riforme in tutti i cicli: il sindacato di base, i cui manifestanti (in testa i precari ed in coda diverse centinaia di studenti) hanno raggiunto il Miur nella tarda mattinata dopo essere partiti da piazza della Repubblica, ha deciso di adottare un presidio fisso almeno fino a domenica. Alcuni insegnanti e unità di personale non docente si alterneranno, in pratica, davanti al ministero dell'Istruzione per l'attuazione di un «assedio permanente».
Le motivazioni dell'iniziativa sono spiegate da Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas: «chiediamo il ritiro immediato dei tagli che cancellano o accorpano senza senso le scuole, ma anche indirizzi didattici e materie importanti di studio, ore di insegnamento settimanali, laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti. E tramite cui - continua Bernocchi - si cacciano decine di migliaia di precari, colpendo ulteriormente una istruzione già immiserita dai governi dell'ultimo ventennio».
La mobilitazione nasce anche come protesta contro «la distruttiva riforma delle superiori che il governo - sottolinea il leader dei Cobas della scuola - sta imponendo nella massima confusione, esattamente come già accaduto con le altre riforme, come quella delle elementari, all'insegna del risparmio e prive di alcun progetto didattico».
I Cobas hanno riassunto in un volantino le rivendicazioni sul fronte scolastico: oltre ai tagli e alle nuove superiori, il sindacato contesta «il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea, la gerarchizzazione nella scuola e il decreto 'ammazza precari', l'illegale 'tassa' imposta alle famiglie all'atto delle iscrizioni e l'abbassamento dell'obbligo scolastico a 15 anni, per significativi investimenti». I comitati di base chiedono quindi al governo «l'assunzione a tempo indeterminato dei precari e la democrazia sindacale nelle scuole e la restituzione a tutti del diritto di assemblea (quindi di indire riunioni, al pari dei sindacati più rappresentativi, anche nelle ore di servizio ndr)».
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