29 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Intervista al Financial Times

Marchionne: non ho intenzione di fallire con Chrysler

L'amministratore delegato di Fiat: «E' una questione di credibilità. In gioco anche me stesso»

DETROIT - «Non ho alcuna intenzione di fallire». L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, risponde così, in un'intervista al Financial Times, sul rilancio di Chrysler. Parlando a Detroit con l'editorialista del quotidiano, John Reed, Marchionne la definisce una questione di «reputazione, di credibilità. Voglio dire: Abbiamo messo tutto in gioco, compreso me stesso».

L'amministratore delegato del lingotto e di Chrysler riconosce inoltre l'appoggio ricevuto da Nancy Pelosi, la speaker della Camera Usa, di origini italiane: «non saremmo qui se lei e il Congresso non avessero deciso di appoggiare la nostra proposta. E' stata una decisione decisamente coraggiosa da parte loro».

SELEZIONE DARWINIANA - Nell'intervista il numero uno del Lingotto conferma la sua previsione di una «selezione» darwiniana dei costruttori automobilistici mondiali, che dagli attuali 12 si dimezzeranno. E la Fiat, afferma, sarà uno dei gruppi che sopravvivranno insieme a una Chrysler ringiovanita. «Sono fiducioso che ce la faremo. La prova è nel pudding. Non so se la chiarezza e l'ambizione debbano essere puniti. Bisognerebbe lasciare il beneficio del dubbio».

RETRIBUZIONI 2009 - Nel 2009 il compenso ricevuto dall'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, è stato di 4,78 milioni di euro, di cui 1,35 milioni a titolo di bonus. Il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo ha percepito, anche in forza della carica rivestita nella Ferrari, 5,17 milioni di euro. Lo si legge nel progetto di bilancio della Fiat. Al vicepresidente John Elkann sono andati 631 mila euro.