Camusso: gli effetti della crisi sui redditi si vedranno poi
Per il Segretario confederale della CGIL «resta il fatto che le retribuzioni sono sempre troppo basse»
ROMA - I dati sui redditi degli italiani pubblicati oggi dal Corriere tengono conto degli effetti della crisi solo in parte perché ha colpito a fine 2008. I veri effetti «si vedranno poi»: non si può guardare a quei dati «pigliandoli per buoni un anno dopo, che è stato un anno invece in cui sono intervenuti tutti gli effetti sull'occupazione dal punto di vista della crisi».
E' quanto sottolinea il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso, commentando il quadro che emerge dalle dichiarazioni dei redditi degli italiani del 2008. «Basti pensare dice la Camusso alla dimensione dell'uso della cassa integrazione negli ultimi tre mesi del 2008 non come montante ma come arco temporale e il fatto che poi è durata nell'anno successivo» per capire che gli effetti della crisi ancora non si sono sentiti.
La crisi ha dimostrato che sono cresciute le diseguaglianze - aggiunge la Camusso - e inoltre l'aumento del gettito viene dall'Irpef e quindi chi continua a pagare le tasse sono i lavoratori dipendenti e i pensionati invece chi ha redditi che arrivano dalle rendite è sempre beneficiario di aliquote più basse e non fa crescere la percentuale di tassazione. Continua ad esserci un dato che evidenzia che ciò che permette di fare statistiche è sempre l'Irpef e quindi il lavoro dipendente e le pensioni». E i dati evidenziano che «comunque resta il fatto che le retribuzioni nel nostro paese sono troppo basse», conclude la segretaria della Cgil.
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