E’ scontro fra diritto d’autore e Google
Intanto in Usa è attesa per il 9 novembre la conclusione dell’inchiesta sull’accordo fra il portale e gli editori statunitensi
Internet oscilla fra successi e timori.
I primi sono determinati dai numeri sulla diffusione: gli ultimi dati registrano che un quarto della popolazione mondiale è online e sempre più utenti optano per l’alta velocità. Il numero degli abbonati alla banda larga è più triplicato, ed è passato dai 150 milioni del 2004 ai circa 500 milioni del 2009.
I timori provengono invece dalla possibilità che la marcia dirompente di Internet venga ostacolata da interventi legislativi messi in atto dai governi in nome della necessità di mettere un freno alla incondizionata libertà della rete.
La «campagna» della Merkel - L’ultimo richiamo sul bisogno di un maggiore controllo di Internet porta la firma di Angela Merkel. La cancelliera tedesca, nel messaggio di fine settimana che rivolge ai suoi concittadini, ha apertamente criticato Google per il progetto che sta portando avanti di scannerizzare ogni libro pubblicato sul pianeta, con o senza il consenso degli autori e degli editori.
Finora Google ha scannerizzato sette milioni di titoli letterari, tra cui centomila scritti in lingua tedesca.
Il fronte aperto dalla Merkel riporta d’attualità il problema del diritto d’autore.
L'Arca di Noè - Sergey Brin, recentemente ha rivendicato il diritto di utilizzare le tecnologie di cui dispone per fare del portale di cui è cofondatore una nuova arca di Noè del sapere.
La preservazione della cultura è fondamentale e Google ha i mezzi per esserne il promotore, quindi è giusto andare avanti, sia che piaccia o non piaccia ad autori e editori, è il ragionamento di Sergey Brin. Uno dei due inventori di Google ha ricordato come in passato sia andata perduto gran parte dello scibile, a partire dal leggendario incendio della biblioteca di Alessandria, quindi sarebbe imperdonabile che in futuro possa ancora andare perduto quel frutto del sapere che la digitalizzazione oggi può consentire di conservare per sempre.
Ma Google non si prefigura soltanto come l’armadio del sapere universale. In gioco c’è un evento epocale che, per la prima volta nella storia dell’umanità, consente la diffusione della cultura, ad ogni latitudine del globo, praticamente a costo zero.
C’è però un pericolo. Quale? Che venga meno, anche questo per la prima volta, la ricaduta economica della cultura. Cioè la possibilità che possa essere un mezzo di sostentamento per chi la pratica come una professione. Senza più pubblicità, senza prezzo di copertina, che cosa sarebbe di autori ed editori? E’ quello che si chiede chi nell’arca di Noè di Google non vede solo l’aspetto salvifico, ma anche lo strangolamento, nella culla, della produzione culturale.
Tradotto in soldoni, non è peregrino chiedersi quanta letteratura avremmo oggi se gli autori del passato non fossero stati spinti a perseguire il loro talento anche dalla speranza di poter sbarcare il lunario. Come poi è avvenuto nella realtà, in un primo tempo attraverso il mecenatismo e in seguito grazie agli editori.
C’è dunque il rischio che, per conservare quello che è stato già fatto, si distruggano le condizioni per consentire alla cultura di avere anche un futuro?
Qualche decennio di pirateria, si può giustamente obiettare, non hanno smantellato l’industria musicale, come molti temevano.
Ma il paragone fra libro e disco non regge. Chi produce musica ha a disposizione più di un mezzo per monetizzare la propria opera, dalle esibizioni dal vivo, alla televisione. Chi scrive un libro ha un solo strumento per non morire di fame: il prezzo di copertina. A meno che non disponga di fonti di reddito alternative. E che queste ultime non dipendano da altre pubblicazioni cartacce, visto che giornali e periodici hanno già da tempo imboccato ovunque la via di un drastico ridimensionamento, tanto che domani fare il giornalista può essere rischioso, dal punto di vista economico quanto fare lo scrittore.
Osservata da questo versante si capisce perché l’Arca di Google abbia suscitato tante apprensioni.
Editoria USA - Negli Stati Uniti, i due genietti di Mountain View erano riusciti ad una quadratura del cerchio con il contributo di un accordo ritenuto conveniente dagli editori statunitensi. Ma è stato il governo degli Stati Uniti ad intervenire e a fermare tutto, imponendo una revisione del patto e la sua riscrittura.
Il tema del diritto di autore sta così a cuore al Presidente degli Stati Uniti da averlo indotto a nominare Victoria A. Espinel, una super esperta di proprietà intellettuale e affari internazionali, Intellectual Property Enforcement Coordinator.
La presa di posizione di Obama è inoltre apparsa in controtendenza rispetto al rapporto privilegiato che il Presidente, che si serve del canale di You Tube per comunicare con gli americani, ha sempre avuto con Google.
Quale potrebbe essere lo scenario futuro se Google facesse implodere i meccanismi economici che finora hanno consentito la diffusione della cultura? E’ difficile dirlo.
Di certo l’Arca di Mountain View ha aperto un capitolo nuovo nella vita del sapere. E, se si guarda al passato, un’apertura di orizzonti ha prodotto sempre effetti benefici per l’umanità. Anche dal punto di vista economico.
I conti con la storia infatti si fanno nei tempi lunghi, non giorno per giorno, come dovrebbe sapere chi ha il compito di trasformare in norme e regolamenti questa fase di grandi trasformazioni.
Inoltre chi ha dimestichezza con i buoni affari inoltre, può testimoniare che l’attitudine a guardare lontano tanto più deve essere esercitata se i conti riguardano la tasca.