Mezzogiorno: Palazzo Chigi al lavoro sul «suo» piano
La Stampa: «Ma di spendibile in 2009-2010 rischia di esserci poco»
ROMA - I soldi per il Sud verranno sbloccati ma si deciderà in modo centralizzato come spenderli. Sulla carta la cifra potrebbe essere di 18 miliardi da qui al 2013. Ma «in concreto fino a tutto il 2010 i soldi da spendere potrebbero essere pochi».
PIANO «AUTONOMO» - Secondo quanto riferisce oggi La Stampa, la presidenza del Consiglio sta elaborando «autonomamente» il piano per il Sud. La decisione «è maturata di domenica, all'improvviso, perché Silvio Berlusconi - scrive il quotidiano - ha letto sul Sole24Ore una intervista molto polemica del sottosegretario Micciché che gli gettava la sfida: faccia vedere che decide lui e non il ministro dell'Economia».
PROGETTI PER IL FUTURO - Secondo il piano della presidenza del consiglio, si deciderà al centro, d'intesa con le Regioni, in modo che le risorse siano davvero impiegate per il futuro, in infrastrutture materiali e immateriali, e non gonfino invece la spesa corrente». Ci sarà insomma «una cabina di regia» e non si tornerà alla cassa del mezzogiorno. E si «cercheranno i «grandi progetti» per evitare gli stanziamenti a pioggia del passato. Le priorità saranno concordate fra i ministri dell'Economia, dello Sviluppo e delle Infrastrutture e l'istruttoria sui programmi resterà affidata al ministero per lo Sviluppo.
FONDI FAS - Quanto ai fondi di cui si parla, sono la parte del Fas (fondo aree sottoutilizzate) destinata al Mezzogiorno. Ma, ricorda La Stampa, ormai una parte del Fas è stata dirottata ad altri usi, in particolare in chiave anticrisi. I fondi rimanenti potranno essere assegnati «però di spendibile in concreto nel 2009 e 2010 rischia di esserci poco, a meno di non spostare risorse da altri impieghi».
AIUTI SI, ASSISTENZIALISMO NO - Il punto centrale resta quello di evitare i soldi a pioggia, fino ad oggi male utilizzati. Aiuti sì, assistenzialismo no è la parola d’ordine del Cavaliere. E per far questo il presidente del Consiglio ha parlato di una sorta di team all’interno della compagine governativa per mettere a punto un vero e proprio «piano» d’azione. Nessuna disparità di trattamento tra le due aree del Paese, insomma. Ecco perché «le preoccupazioni espresse da alcuni parlamentari del centrodestra troveranno presto una risposta concreta e adeguata».