29 aprile 2024
Aggiornato 14:30
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PIL Italia mai così male da 30 anni. Berlusconi: Segnali ripresa

In I trimestre crolla del 5,9%. Franceschini: «Governo non fa nulla»

ROMA - E' crisi nera per l'economia italiana. Nei primi tre mesi dell'anno il prodotto interno lordo è crollato su base annua del 5,9% (-2,4% congiunturale): erano almeno trent'anni, da quando cioè sono iniziate le serie storiche dell'Istat nel 1980, che non si verificava una flessione così forte. Nonostante la stima dell'Istat, che ieri ha anche rivisto al ribasso l'inflazione di aprile all'1,2%, il premier Silvio Berlusconi si mostra ottimista: i dati «sono quelli che sapevamo», c'è «una crisi globale, la peggiore mai capitata» ma «tutti i contatti con le imprese e gli imprenditori ci dicono che ci sono segnali di miglioramento». Commentando i dati, il premier ribadisce che «nella crisi il fattore massimo è quello psicologico e per questo nostro compito è infondere fiducia e ottimismo».

Dura la replica del leader del Pd, Dario Franceschini, che attacca: «purtroppo l'Istat conferma che la crisi è ancora lunga e non ne siamo certo usciti. Il governo però se ne sta tranquillamente con le mani nelle mani». Dati così negativi, insomma, sono per Franceschini «la dimostrazione che le politiche del governo non funzionano». Preoccupati anche i sindacati che chiedono all'esecutivo di essere convocati. Per il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, «è difficile immaginare una ripresa vicina e per questo il governo deve convocare le parti per affrontare la crisi». In sintonia il giudizio del segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo,
che ritiene «importante un incontro urgente con il governo», mentre il segretario confederale dell'Ugl, Paolo Varesi, chiede «interventi a sostegno tanto dell'occupazione quanto dei redditi».

Per il 2009, con una variazione nulla della crescita nei prossimi mesi, il Pil - calcola l'Istat - calerà del 4,6%.Un dato peggiore del -4,2% previsto dal governo nella Relazione Unificata sull'Economia e Finanza (Ruef). E per trovare quattro trimestri consecutivi di calo bisogna tornare al periodo 1992-1993, quando le cadute furono sei, ma di minori entità. Il calo del Pil è la sintesi, congiunturalmente, di «una diminuzione del valore aggiunto dell'agricoltura, dell'industria e dei servizi», spiega l'Istat. Ad andare male, comunque, è tutta la zona euro: nel primo trimestre del 2009 - secondo l'Eurostat - il Pil è calato del 2,5% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% su base annua.