28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Sono molti (il 45 per cento) gli ultrasessantenni vicini alla soglia di povertà

Otto anziani su dieci vogliono più informazioni sui servizi e sulla sicurezza

Il dramma vero è la solitudine. La scarsità dei mezzi economici costringe a cambiare abitudini di vita

ROMA - L’Italia è il paese che invecchia di più al mondo, ma non sembra essere, almeno dai dati a disposizione, un paese per anziani. Oggi gli ultrasessantenni sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento. Attualmente oltre l’80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede maggiori notizie sui servizi, non solo di carattere sociale, e sulla sicurezza. Lo stato di solitudine in cui molti di essi spesso vivono li spinge ad avere sempre più punti di riferimento ben precisi per soddisfare qualsiasi tipo di necessità. Sta di fatto che più dell’85 per cento sollecita iniziative informative attraverso le quali cercare di soddisfare i bisogni più svariati: dall’appuntamento per una visita medica ospedaliera o privata alla ricerca di un artigiano per lavori urgenti in casa, dall’orario dei trasporti pubblici a quello dei centri commerciali, dalle pensioni agli aspetti fiscali e assistenziali. Sono queste alcune delle anticipazioni di un’indagine alla quale sta lavorando l’Associazione nazionale pensionati (Anp) della Cia-Confederazione italiana agricoltori e che è stata annunciata oggi nel corso della presentazione del «numero verde» realizzato in collaborazione con Unisalute, società specializzata in assistenza sanitaria appartenente a Unipol Gruppo Finanziario.

Con l’accrescere dell’età -si evidenzia nella ricerca dell’Anp- aumenta in maniera esponenziale il bisogno dei servizi e di assistenza. Un fenomeno questo che si accentua ancora di più nelle campagne e nelle zone rurali, dove proprio i servizi sociali sono minori rispetto a quelli dei centri urbani.
La necessità di avere tempestivi servizi raggiunge picchi molto elevati (95 per cento) soprattutto tra gli anziani non autosufficienti. D’altra parte, la tipologia di disabilità più diffusa è quella legata alle difficoltà di svolgimento delle attività quotidiane di cura della propria persona (3 per cento della popolazione totale). Segue la disabilità nel movimento (2,2 per cento), il confinamento individuale a casa (2,1 per cento) e, infine, la disabilità sensoriale (1 per cento): i ciechi parziali o totali sono 352 mila, 877 mila le persone con problemi dell’udito e 92 mila i sordomuti.

L’invecchiamento della popolazione -si sottolinea ancora nello studio- contribuisce, infatti, ad una progressiva espansione del fenomeno della non autosufficienza. In pratica, è disabile un italiano su cinque con 65 anni o più. E lo sono quasi la metà degli ottantenni. Da qui l’esigenza di avere adeguate e pronte informazioni su tutti i vari servizi.
Nel nostro Paese il numero degli ultrasessantenni è destinato ad aumentare dai 10 milioni attuali ad oltre 13 milioni nel 2015: uno ogni quattro abitanti. E ciò comporterà inevitabilmente una crescita delle persone anziane disabili.
Nell’indagine dell’Anp-Cia si riscontra che l’82 per cento identifica nella solitudine il vero dramma e l’80 per cento è fortemente preoccupato per la scarsità dei mezzi economici, mentre il 45 per cento denuncia di essere vicino alla soglia di povertà. Tutti fattori che costringono larghe fasce a cambiare abitudini di vita, in particolare quelle alimentari.

Il 93 per cento degli ultrasessantenni -si legge nella ricerca- vuole informazioni chiare e tempestive sull’assistenza sanitaria, l’87 per cento sui temi previdenziali, l’80 per cento sul fisco e il 75 per cento sui vari aspetti della vita quotidiana. Insomma, gli anziani hanno una necessità continua di notizie che non riescono sempre a trovare nella stampa sia scritta che radiotelevisiva, nelle comunicazioni del governo, degli enti locali, degli organismi previdenziali e assistenziali.
Il 78 per cento degli anziani -si sottolinea nella ricerca dell’Anp- chiede, d’altronde, che siano realizzate apposite trasmissioni televisive e radiofoniche per fornire notizie ed informazioni rispondenti alle loro necessità. Il 75 per cento sollecita proprio gli enti locali (regioni, province, comuni e circoscrizioni) ad avviare campagne informative costanti per dare tempestive comunicazioni sull’assistenza, la previdenza, il fisco.

L’80 per cento degli ultrasessantenni -sostiene la ricerca dell’Anp-Cia- chiede informazioni sulle agevolazioni di cui possono usufruire in tema di assistenza sanitaria e di trasporti, mentre il 76 per cento sollecita notizie sugli sconti che vengono praticati nei vari punti commerciali, in modo da acquistare prodotti, soprattutto alimentari, a prezzi più convenienti. Stessa percentuale di chi vuole chiarimenti sulle tariffe praticate dagli artigiani (falegnami, fabbri, idraulici) per i lavori in casa.
Oltre il 90 per cento, poi, chiede informazioni sulla sicurezza. Vorrebbero notizie più chiare ed esaurienti da parte degli organi di polizia per difendersi meglio dai furti, dalle rapine, dai raggiri, dalle truffe, dagli scippi. Insomma, da tutti quelli atti, soprattutto quelli esercitati dalla micro-criminalità, di cui purtroppo, risultano essere i più soggetti.
Il 68 per cento degli anziani, pur rilevando che il telesoccorso e la tele-assistenza risultano essere dappertutto misure efficaci e diffuse per contrastare la solitudine e i rischi ad essa legati, reclamano informazioni più dettagliata su questo tipo di servizio.

Dalla ricerca dell’Anp-Cia, quindi, emerge da parte degli anziani la necessità di elaborare e di mettere in atto strategie politiche finalizzate a garantire servizi efficaci di assistenza socio-sanitaria. Serve un intervento strutturale che dia ampie garanzie a queste fasce deboli della società, soprattutto nei territori rurali dove, purtroppo, in questi ultimi anni sono diminuite le strutture in grado di venire incontro a chi oggi vive nella solitudine. Occorre, di conseguenza, un’azione nuova e realmente costruttiva. Bisogna dare risposte valide e in tempi brevi.
Comunque, nell’indagine Anp-Cia emerge che la campagna, nonostante la carenza dei servizi, presenti ancora dense relazioni familiari in grado di attutire e farsi carico degli anziani, mentre in città questa possibilità risulta più difficoltosa. Sempre nei centri urbani si diffondono le povertà legate agli affitti e alle pensioni non rispondenti all’aumento del costo della vita.