2 maggio 2024
Aggiornato 07:30

Crisi, appello Presidente Liberia: non tagliate aiuti all'Africa

«Perchè il continente possa continuare sul cammino dello sviluppo»

MONROVIA - L'accordo raggiunto a Londra dai leader del G20 rappresenta solo «un utile primo passo» a sostegno del continente africano, che rischia di perdere 50 miliardi di dollari di entrate nei prossimi due anni a causa della crisi economica e finanziaria mondiale. E' quanto scrive oggi il Presidente della Liberia, Ellen Johnson-Sirleaf, sul Washington Post.

«Andando avanti, saranno importanti altri cinque passi», aggiunge. Innanzitutto, il Presidente liberiano chiede il rispetto degli impegni assunti a Londra per nuovi fondi al Fondo monetario internazionale (Fmi), che «deve garantire queste risorse ai Paesi in modo rapido e senza porre condizioni onerose». Quindi, «la Banca mondiale e la Banca di sviluppo africana devono usare meglio le loro risorse» a sostegno della crescita economica, dell'occupazione e dei servizi sociali.

«Terzo punto - continua Sirleaf - i partner bilaterali devono rispettare le loro promesse di aumentare gli aiuti allo sviluppo e di renderli più efficaci, riducendo i ritardi burocratici, velocizzando i pagamenti e coordinando meglio i loro programmi con le priorità africane. Quarto, le agenzie di credito all'esportazione devono usare le loro risorse per ridurre rischi e ostacoli al commercio. Quindi, tutti i Paesi devono resistere alle pressioni protezionistiche per far sì che il commercio sia un motore importante della ripresa della crescita globale». Sirleaf ricorda i progressi registrati dal continente africano negli ultimi 10 anni, con un tasso di crescita medio del 5%, una riduzione della povertà e la diffusione di governi democratici.

«Il cambiamento dell'Africa è reale, le prove sono incontestabili - sottolinea il leader liberiano - sono stati gli africani la chiave di questa svolta, ma una maggiore efficacia degli aiuti ha svolto un ruolo importante. Ridurre ora gli aiuti rallenterebbe la crescita del settore privato, fermerebbe il processo di riduzione della povertà e minerebbe la pace e la stabilità nei Paesi che hanno faticato per entrare a far parte dell'economia globale». «Sarebbe una crudele ironia se, nel momento in cui l'Africa comincia a registrare dei successi, le sue prospettive venissero sabotate da una crisi che è fuori dal suo controllo - conclude - un'azione decisa da parte dei governi africani e un forte sostegno della comunità internazionale possono garantire lo sviluppo africano. Entrambi devono continuare a fare la propria parte».