4 maggio 2024
Aggiornato 10:30

Unioncamere, imprese femminili: oltre 3mila capitane d’impresa in più nel 2008

Più donne nelle roccaforti maschili

ROMA – Rimboccarsi le maniche e cimentarsi in mestieri tradizionalmente «maschili». E’ la parola d’ordine delle 3.238 nuove capitane d’impresa che nel 2008 sono andate ad ingrossare l’esercito di oltre un milione e quattrocentomila donne imprenditrici. Il bilancio dell’Osservatorio dell’imprenditoria femminile, l’indagine semestrale realizzata da Unioncamere sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, si conferma anche nel 2008 positivo: +0,2% il tasso di crescita dell’universo delle imprese guidate da donne. Ciò che stupisce forse di più è la crescita significativa di iniziative femminili nei comparti ad appannaggio quasi esclusivo della componente maschile: +8,5% quello delle Costruzioni, +6,8% le Attività immobiliari, che comprende anche il noleggio, l’informatica e la ricerca.

Sempre più imprese strutturate
Ammontano a 1.429.267 le imprese guidate da donne a fine 2008. Nel dar vita a una nuova idea di impresa, sempre più donne scelgono di puntare su una forma giuridica strutturata. Le 200.638 società di capitali, infatti, rappresentano alla fine dello scorso anno il 14% del totale delle imprese femminili, lo 0,8% in più del 2007. Si assottiglia ulteriormente, pur rimanendo prevalente, la componente dell’impresa individuale: le 872.969 imprese femminili registrate rappresentano il 61,1% del totale, ovvero lo 0,6% in meno del 2007. Da segnalare anche il lieve incremento delle Cooperative (27.223, lo 0,1% in più dell’anno precedente) e l’ulteriore riduzione delle società di persone (323.862, lo 0,2% in meno del 2007).

I settori
In valori assoluti, i maggiori incrementi si registrano nelle Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca, settore sul quale hanno puntato oltre 10mila imprese femminili in più rispetto al 2007. Il settore, che conta oltre 165mila imprese guidate da donne, registra così un aumento del 6,8%. Supera le 4.500 unità, invece, il saldo attivo di imprese femminili nelle Costruzioni, nel quale operano oltre 58mila imprese «rosa». Oltre 3.800 imprese in più si contano anche nel settore degli Alberghi e ristoranti (+3,9%) e più di 3.600 in quello degli Altri servizi pubblici, sociali e personali, che è l’ambito che registra anche il più elevato tasso di femminilizzazione sul totale delle imprese (il 46,2% di tutte le attività imprenditoriali fanno riferimento a imprenditrici).
In valori percentuali, elevatissimo l’incremento dell’ancora ristretto universo imprenditoriale femminile attivo nella Produzione di energia (111 le imprese registrate in più rispetto al 2007), mentre le 991 imprese femminili della Sanità e altri servizi sociali rappresentano l’8,8% in più dell’anno precedente. Subiscono invece uno stop le imprese femminili del Commercio, che costituiscono, peraltro, la componente più corposa delle aziende in rosa (assomma 423mila imprese), mentre si contrae la presenza femminile nel settore agricolo (5mila imprese in meno, con un calo del’1,9%), in quello manifatturiero (307 imprese in meno, pari al –0,2%) e, partendo da valori molto contenuti, nell’Estrazione di minerali (12 imprese in meno, pari al –2%).

Il Centro corre più forte
Sono le donne del Centro quelle che maggiormente hanno puntato sul fare impresa: 3.104 nuove imprese si sono infatti insediate in queste regioni, 2.397 nel solo Lazio (+1,74%).
Il Sud non traina più la crescita delle imprese guidate da donne: tra il 2007 e il 2008 è infatti l’unica area del paese a registrare una variazione negativa (-0,13%), pari a 652 imprese registrate in meno rispetto all’anno precedente. Il Mezzogiorno resta comunque l’area del Paese con il più elevato tasso di femminilizzazione delle imprese: a fine 2008 è pari al 25,76% (due punti percentuali in più rispetto alla media nazionale), seguito dal Nord-Est (20,9%, due punti in meno della media). Continuano a diffondersi comunque anche le imprese femminili nel Nord-Ovest (722 in più, con un incremento dello 0,2%), mentre le regioni nord-orientali mettono a segno un incremento decisamente più contenuto (sole 64 imprese femminili in più).
Crotone, Prato, Roma e Sassari, infine, sono le province in cui, tra il 2007 e il 2008, si sono registrate le più consistenti variazioni percentuali di imprese femminili. Sul fronte opposto, in ben 41 province emerge una contrazione del numero di imprese guidate da donne, compresa tra la minima riduzione di Pesaro e Urbino (8 le imprese femminili in meno) e quella un po’ più consistente di Bari (-706 imprese femminili).
Roma, Milano, Napoli e Torino si confermano comunque le province con il più elevato numero di imprese femminili.