19 aprile 2024
Aggiornato 14:00

Crisi, Coldiretti: nel 2009 alimentare cresce in controtendenza

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le previsioni del centro studi di Confindustria sulla base dell’Indagine Unioncamere Mediobanca sulle medie imprese

ROMA - E’ incoraggiante che per il 2009 otto imprese alimentari su dieci prevedano il mantenimento o la crescita del fatturato e delle esportazioni in netta controtendenza con il calo del prodotto interno lordo stimato. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le previsioni del centro studi di Confindustria sulla base dell’Indagine Unioncamere Mediobanca sulle medie imprese.

Secondo l’indagine tra le imprese alimentari ben il 79 per cento - sottolinea la Coldiretti - prevede per l’anno in corso un fatturato uguale o in crescita mentre ben l’83 per cento ritiene che ordini dall’estero in aumento o stabili. Si tratta della conferma del ruolo centrale che può assumere l’agroalimentare in tempi di crisi ma - precisa la Coldiretti - occorre superare le distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che colpiscono i redditi delle imprese e dei consumatori.

Nel 2009 si è ridotto del 25 per cento il deficit commerciale nell'agroalimentare che è il settore che sembra resistere maggiormente all'impatto della crisi sugli scambi internazionali. A gennaio si è ridotta la dipendenza dell'Italia dall'estero per l'alimentazione con - sottolinea la Coldiretti - un drastico calo delle importazioni che è stato pari 23,3 per cento per i prodotti agricoli e del 6,4 per cento per quelli alimentari. Piu' contenuta, anche rispetto a tutti gli altri settori produttivi, è stata invece la flessione delle esportazioni che si sono ridotte del 10,4 per cento per i prodotti agricoli e del 5,3 per cento per quelli alimentari, rispetto al totale in calo del 25,8 per cento.

Un risultato che - conclude la Coldiretti - fa seguito peraltro alle buone performance realizzate dall'agroalimentare Made in Italy nel 2008 quando si è registrato una crescita delle esportazioni del 10 per cento a conferma della natura anticiclica del settore.