29 aprile 2024
Aggiornato 10:00

Credito, Unioncamere: Un'impresa su tre denuncia restrizioni

E' quanto emerge dall'ultima indagine trimestrale realizzata a gennaio 2009 dal Centro Studi di Unioncamere

ROMA - L'effetto della crisi si fa sentire sui rapporti tra imprese e banche: il 31% delle imprese segnala «un peggioramento delle condizioni di credito nell'ultimo anno, ancor più evidente per quelle operanti nei vari settori del manifatturiero». E' quanto emerge dall'ultima indagine trimestrale realizzata a gennaio 2009 dal Centro Studi di Unioncamere su un campione di oltre 3.200 imprese con almeno un dipendente, operanti in tutti i settori di attività economica, dall'industria al commercio e agli altri servizi.

Il 31% delle imprese industriali e terziarie, spiega l'indagine, ha avvertito un peggioramento delle condizioni del credito nell'ultimo anno, quota che raggiunge il 33,3% nel caso delle aziende manifatturiere. Nel complesso, il peggioramento delle condizioni creditizie riguarda in primo luogo gli spread e, dunque, un costo del danaro più elevato (43,2% delle segnalazioni di difficoltà), che distanzia l'incremento delle garanzie richieste (33,7%); un ulteriore 20% dei problemi avvertiti dalle imprese riguarda invece una limitazione nell'ammontare del credito erogabile.

Le aziende del Mezzogiorno sono quelle che con più frequenza temono un ulteriore aumento del costo del denaro (48% di quelle che indicano un peggioramento delle condizioni di accesso al credito), al Centro si avverte una maggiore richiesta di garanzie reali (44,7%), mentre al Nord le aziende soffrono in misura maggiore di limitazioni nell'entità del finanziamento richiesto (tra il 21% e il 23% circa).

A tali differenze a livello territoriale corrispondono comportamenti diversi in base alla dimensione aziendale: nel manifatturiero, le piccole imprese (fino a 49 dipendenti) imputano le difficoltà di accesso al credito soprattutto a tassi e costi bancari più onerosi (40,5%) e, in seconda battuta, all'incremento delle garanzie richieste (37,8%). Si tratta di quote in entrambi i casi superiori a quanto rilevato per quelle di più grandi dimensioni (rispettivamente 27,4% e 33,5%), che, al contrario, soffrono maggiormente per una limitazione nell'ammontare del credito richiesto (34,1% di quelle con «difficoltà creditizie», contro il 19,8% rilevato per le piccole imprese).