20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Telecomunicazioni

«Il futuro delle Tlc non può essere oggetto di una trattativa privata fra pochi»

Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil giudicano «un errore impostare ogni discussione sul futuro delle Tlc partendo dallo scorporo della rete di Telecom Italia»

«Il futuro delle Telecomunicazioni nel nostro paese e della rete di Telecom Italia non può essere oggetto di una trattativa privata fra pochi. I lavoratori e le loro rappresentanze non possono essere escluse dal processo, perché i primi a pagare per scelte sbagliate sarebbero loro prima di tutto».

Errore scorporo rete Telecom Italia - E' quanto dichiarano in una nota congiunta le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil che giudicano «un errore impostare ogni discussione sul futuro delle Tlc partendo dallo scorporo della rete di Telecom Italia, dopo che l'incumbent e l'Agcom hanno raggiunto un punto di equilibrio che finalmente garantisce un minimo di stabilità al sistema, oltre che garanzie di parità di trattamento che andranno nel tempo sicuramente verificate ma su cui si potrà dare un giudizio solo dopo qualche anno».

Governo e lavoratori - «Più di due settimane fa - spiegano le segreterie nazionali - insieme alle confederazioni Cgil, Cisl e Uil abbiamo chiesto un incontro al sottosegretario Romani, al fine di esprimere le nostre valutazioni e proposte, perché siamo convinti che vi siano opportunità da cogliere, ma anche rischi da evitare. Purtroppo dobbiamo registrate, ad oggi, che il Governo non e' intenzionato ad ascoltare la voce dei lavoratori, delle tante competenze ed esperienze che i lavoratori del settore esprimono e possono essere messe a disposizione in un confronto serio e costruttivo».

Riguardo al progetto di diffusione della banda larga e della costruzione di reti di nuova generazione, i sindacati chiariscono: «Diffondere la banda larga, sia fissa che in mobilità, e favorire la costruzione e la diffusione delle reti di nuova generazione, e' un obiettivo non solo condivisibile e fondamentale per aumentare diritti sociali e capacità produttive del sistema Italia, ma anche utile al rilancio del settore e all'apertura di nuovi mercati. Ma le soluzioni possono e devono essere articolate: continuando sulla strada dell'allentamento dei vincoli burocratici per la posa e le istallazioni; mettendo in un unico fondo nazionale, in rapporto con gli enti locali, le diverse risorse pubbliche disponibili e procedendo a gare pubbliche aperte a tutte le aziende di Tlc per quelle aree a minor interesse di mercato; favorendo tecnologie convergenti tra trasmissione fissa e trasmissioni via etere (a partire da una distribuzione «socialmente orientata» del dividendo digitale), favorendo anche in termini regolamentari la giusta remunerazione degli investimenti privati. Tutti temi su cui come sindacato siamo pronti a portare un contributo, partendo dall'ottica di chi rappresentiamo».

Futuro di Telecom Italia - «Non vorremo che alla fine - conclude la nota sindacale - tutto si risolvesse invece in una mera operazione che riduca Telecom (che ricordiamo e' un'impresa quotata in Borsa) in una doppia azienda: una good company aperta agli interessi di qualche imprenditore e una bad company piena di debiti e con decine di migliaia di lavoratori in esubero. La rete di nuova generazione rischierebbe di non farsi ugualmente e potremmo assistere a storie già viste e conosciute, dove a pagare sarebbero solo le lavoratrici e lavoratori di Telecom. Se questo sarà lo scenario, il sindacato come sempre, non potrà che fare la propria parte, difendendo diritti ed occupazione con tutti gli strumenti a propria disposizione».