19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Energia elettrica

Necessarie nuove regole per il mercato elettrico all’ingrosso

Ma la tutela degli interessi dei piccoli consumatori non l’abbiamo delegata al “tavolo della domanda” di Confindustria

Le Associazioni dei Consumatori Adiconsum, Adusbef, AssoUtenti, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Lega Consumatori sottolineano che, con la lettera inviata il 16 febbraio all’Mse, il Presidente del «Tavolo della Domanda» di Confindustria, Massimo Protti, denuncia l'insoddisfacente funzionamento dei mercati italiani dell'energia e chiede la necessaria riforma. Esigenza condivisibile. Ma il Presidente Protti va oltre e, con un approccio grossolano e distorcente, individua nell'azione di approvvigionamento dell’Acquirente Unico il capro espiatorio responsabile delle distorsioni del mercato elettrico.

Inefficienze del mercato elettrico - Che oggi, a meno di cinque anni dalla sua nascita, il mercato elettrico, presenti inefficienze è noto, è noto anche ai cosiddetti «tutelati», famiglie e piccole e medie imprese Italiane che vedono tali inefficienze riverberarsi sul mercato retail e che vanno a sommarsi alle asimmetrie di potere tra domanda ed offerta presenti su questo mercato.
L'Acquirente Unico è la risposta del sistema energetico italiano all'assenza di un mercato sul retail solo agli albori (è stato aperto a luglio 2007) e fornisce la soluzione all'esigenza posta dall'UE con la direttiva 54/2003 di offrire tutele e forme di accompagnamento ai piccoli consumtori per metterli in grado di affrontare consapevoli il mercato libero. Va ricordato che la soluzione Acquirente Unico è una opzione facoltativa ma oggi indispensabile per garantire un trattamento non gravato da elementi predatori e speculativi nei confronti dei piccoli consumatori, quali le famiglie, gli artigiani e le piccole imprese.

In un mercato quasi perfetto (in Inghilterra sono stati necessari ben 17 anni per avvicinarsi alla perfezione) non ci sarebbe bisogno della «Maggior tutela» e degli strumenti per attuarla, ma appare contraddittorio che proprio Protti, mentre invoca a gran voce la riforma di un mercato «non concorrenziale», chiede l'eliminazione di «un presidio», sempre migliorabile nelle sue attività, ma necessario fino a quando il mercato elettrico non sarà veramente maturo. E per i piccoli consumatori questo traguardo appare oggi assai distante.

Anche i piccoli consumatori, nell'attesa, auspicano tutti una offerta meno concentrata e che trasferisca «a valle», verso i consumatori quota parte degli utili dell'efficientamento realizzati nella generazione elettrica; una rete di trasporto più equilibrata e meno intasata, un dispacciamento più efficiente e meno caro, la revisione dell'architettura dei mercato elettrico orientato verso il «pay as bid». Consideriamo perciò positivo l’avvio presso il Ministero dello Sviluppo Economico dei gruppi di lavoro su: infraday, MSD e l'individuazione degli impianti «essenziali».

Infine, un promemoria per il «Tavolo della Domanda» e per tutti gli operatori del sistema energetico italiano: piccoli consumatori e famiglie chiedono più attenzione al mercato del gas. Perché? La generazione di energia elettrica è paragonabile al ciclo della farina. Le centrali elettriche rappresentano il mulino, i combustibili il grano. E' evidente che se il mercato del grano non è concorrenziale, ma monopolistico, è il monopolista che determina il prezzo su tutto il territorio nazionale, per cui è difficile creare competitività sul mercato della farina perché il prezzo di quest'ultima sarà condizionato dal prezzo del grano. Ed allora perché non rilanciare sulla concreta apertura del mercato del gas? E' questo un terreno sul quale le alleanze tra tutti gli operatori appaiono ragionevoli, utili ed indispensabili. Visto che in Italia la generazione elettrica va per il 60% a gas, l'apertura del mercato del gas è la chiave di volta per dare «la scossa» al mercato elettrico. Non varrebbe la pena provarci tutti insieme?