29 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Alleanza tra Fiat e Chrysler

FIAT, Burzi: «Necessaria una solida politica industriale»

Angelo Burzi, capogruppo di Forza Italia in Regione ribadisce la necessità di un intervento mirato da parte dello Stato in accordo con le decisioni assunte a livello europeo

TORINO - In merito alle notizie che si susseguono sulla situazione della Fiat e di possibili alleanze internazionali, Angelo Burzi, capogruppo di Forza Italia in Regione ribadisce la necessità di un intervento mirato da parte dello Stato in accordo con le decisioni assunte a livello europeo.

«E’ evidente – sostiene l’esponente azzurro - che per Torino, per il Piemonte e per il Paese il destino dell’industria automobilista non può essere relegato a semplici interventi settoriali. E’ in gioco in questi giorni il futuro di una delle componenti fondamentali dell’industria italiana e, per Torino, di uno dei settori vitali della propria economia. L’invito del Sindaco Chiamparino a coniugare movida e industria va inteso nella capacità di un intero territorio e soprattutto della sua classe dirigente e amministrativa di sapere porre le condizioni per valorizzare una cultura industriale e produttiva, sedimentata negli anni e difficilmente sostituibile».

«Da tempo sollecitiamo la Regione – ricorda Burzi - a dotarsi di una politica industriale in grado di rispondere alle esigenze di quella miriade di piccole imprese che operano nella filiera dell’automotive. In questo senso il bilancio recentemente approvato, anche grazie al senso di responsabilità dell’opposizione, è stata un’occasione mancata. I periodi di crisi, come insegnano illustri analisti, rappresentano un’opportunità impedibile per razionalizzare le risorse e per introdurre quei principi di efficienza non più rinviabili da parte della macchina pubblica».

Conclude Burzi: «Non so se siano necessario misure di carattere keynesiano o colbertista, ma sono convinto che l’intervento pubblico debba agevolare quelle necessarie alleanze internazionali in grado di salvaguardare la nostra principale industria manifatturiera e, quindi, di conseguenza il futuro di migliaia di lavoratori».