2 maggio 2024
Aggiornato 05:00
Sostenere le piccole imprese a pensare in grande, trasformando la conoscenza in profitto

PMI e programmi di ricerca

Il ruolo delle PMI nella ricerca europea è cresciuto rapidamente nel corso dei diversi programmi quadro

Essere coinvolti in progetti di ricerca può aiutare le PMI (piccole e medie imprese) a sviluppare prodotti e servizi nuovi, e a migliorare quelli esistenti. Fornisce anche una rete di contatti utile per le aziende e le università. In un intervista al Notiziario CORDIS, membri dell'unità della Ricerca e PMI della direzione generale della Ricerca della comunità europea hanno spiegato come negli anni è cambiato il ruolo delle PMI all'interno dei programmi quadro e come pensano che possa essere facilitato l'accesso ai finanziamenti per la ricerca per le PMI.

Il ruolo delle PMI nella ricerca europea è cresciuto rapidamente nel corso dei diversi programmi quadro. «Nel quarto programma quadro si trattava di un semplice servizio aggiunto,» ha commentato Barend Verachtert. «Ora, nel sesto e settimo programma quadro (6°PQ e 7°PQ) le PMI sono coinvolte in progetti di ricerca fondamentali.»

Nell'ambito del 7°PQ circa il 15% dei finanziamenti è dedicato alle PMI. Esse beneficiano anche di finanziamenti maggiori e pesi amministrativi ridotti. Il risultato di questo approccio sarà valutato in dettaglio nei prossimi due anni. Fino ad allora, il capo dell'unità dott. Bernd Reichert ha fatto notare, «Almeno abbiamo candidature a sufficienza, quindi sappiamo che c'è richiesta.»

Uno dei programmi che è stato particolarmente utile nell'aiutare le PMI a partecipare ai progetti finanziati dall'UE è il programma ETI («Stepping up Economic and Technological Intelligence«). Le iniziative ETI sono state inizialmente lanciate nell'ambito del quinto programma quadro (5°PQ), con lo scopo di aiutare le PMI a valutare la loro capacità di ricerca e la loro necessità di prepararsi meglio alla partecipazione ai progetti di ricerca transnazionali.

Le PMI ricevono assistenza attraverso l'intera procedura di presentazione delle proposte, ad esempio per trovare partner e consigli legali o finanziari. Nel corso del 5°PQ e 6°PQ sono state lanciate 49 iniziative ETI, e insieme hanno aiutato diverse migliai di PMI in tutta EUROPA. Molte delle iniziatve sono ancora in corso e aiutano le PMI ad accedere alle risorse del 7°PQ.

Attraverso le ETI la Commissione ha imparato parecchie cose su come affrontare al meglio le PMI e incoraggiarle a partecipare ai programmi di ricerca attrverso il collegamento tra università e industria.

«Una delle scoperte è stata che non basta dare informazioni alle PMI,» ha spiegato il dott. Reichert. «Quello che bisogna fare è seguirle, allenarle e rafforzarle.»

Le ETI hanno scoperto che le PMI con esperienza nei programmi regionali o nazionali sono in genere più adatte per la partecipazione a progetti di ricerca transnazionale, rispetto alle aziende con poca esperienza.

La Commissione si rivolge anche direttamente alle PMI per scoprire cosa esse vogliono e si aspettano dai programmi di ricerca europei. Durante una conferenza recente, che ha riunito i responsabili delle politiche e PMI, i messaggi sono stati forti e chiari.

«Sono iniziate con i messaggi ben noti: semplificare, ridurre la burocrazia,» ha detto Verachtert. Poi, ha aggiunto, il messaggio centrale è stato che i responsabili delle politiche devono creare un quadro che permette alle PMI di sviluppare le proprie idee e ottenere sostegno in una maniera flessibile che gli permette di concentrarsi veramente sulle proprie attività.

Le PMI hanno anche chiesto maggiore flessibilità nel modo di creare consorzi di progetto. Molte PMI hanno come fornitori e clienti grandi aziende, e volgliono collaborare ai loro progetti di ricerca.

Il team delle PMI auspica anche di rendere più facile la candidatura delle piccole imprese ai diversi tipi di finanziamenti di ricerca. «La condizione ideale sarebbe che la PMI non avesse bisogno di imparare regole europee distinte e non dovesse riferirsi a regole diverse per l'Italia, per il Lazio e per la provincia di Roma!» ha esclamato Henrik Dam.

«Quello che vogliamo è una legislazione unica,» ha aggiunto. «Una PMI dovrebbe poter andare in un'agenzia locale e la persona lì dovrebbe essere in grado di indicargli tutte le opportunità e possibilità, e aiutarla a prendere una decisione sul da farsi.»

«Speriamo di poter usare parte di queste esperienze e idee nella revisione del 7°PQ,» ha commentato il dott. Reichert. «E prima o poi inizieremo a guardare a ciò che succederà nei prossimi programmi quadro.»