30 luglio 2025
Aggiornato 15:00
Eurostat: «Recessione in Eurolandia». La BCE taglia tassi dello 0,75%

Il PIL della zona dell'euro nel terzo trimestre è diminuito dello 0,2%

La conferma della recessione tecnica arriva oggi dalle nuove stime di Eurostat, l'ufficio europeo di statistica

Il Pil della zona dell'euro nel terzo trimestre dell'anno è diminuito dello 0,2%, così come nel secondo. La conferma della recessione tecnica arriva oggi dalle nuove stime di Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, che conferma un calo dello 0,2% anche nell' Ue-27 dopo la crescita zero del secondo trimestre. Oggi si riunisce il Consiglio direttivo della Bce per decidere un ulteriore taglio dei tassi europei.

Su base annua invece, quindi rispetto al terzo trimestre 2007, il Pil corretto secondo le variazioni stagionali nel terzo trimestre ha registrato una crescita dello 0,6% nella zona dell'euro e dello 0,8% nell'Ue27, rispettivamente contro un +1,4% ed un +1,7% del secondo trimestre.
Rispetto al trimestre precedente, nel terzo trimestre 2008 segnano un meno 0,5% Italia, Germania e Gran Bretagna.
Per l'Italia Eurostat indica un meno 0,9% anche nel rapporto con il terzo trimestre dell'anno precedente.

Nel terzo trimestre dell'anno, le spese per i consumi delle famiglie sono rimaste stabili nella zona dell'euro mentre sono aumentate dello 0,1% nell'Ue (rispettivamente dopo un -0,2% e un -0,1% del trimestre precedente). Gli investimenti sono calati dello 0,6% nella zona dell'euro e dello 0,8% nell'Ue (dopo un -0,9% e un -1,0%). Le esportazioni sono cresciute dello 0,4% nella zona dell'euro e dello 0,3% nell' Ue-27 (dopo -0,1% nelle due zone). Le importazioni hanno visto invece un aumento dell'1,7% nella zona euro e dell'1,3% nell'Ue-27 (dopo -0,4% in entrambe le zone). Negli Usa il Pil, sottolinea ancora Eurostat, è diminuito dello 0,1% nel terzo trimestre 2008, dopo +0,7% del secondo trimestre. In Giappone c'è stato invece un aumento dello 0,1% dopo un -0,9% del trimestre precedente. Intanto la Bce ha oeprato un nuovo taglio dei tassi di interesse portando quello base al 2,50%. Cauta la prima reazione delle Borse.