3 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Privacy

Diritto a ricevere il cedolino della pensione presso una casella postale per i pensionati ex dipendenti pubblici

Considerato legittima la richiesta per motivi di riservatezza

I pensionati, ex dipendenti pubblici, possono indicare una casella postale, diversa dall'indirizzo di residenza, come recapito per ricevere comunicazioni da parte dell'Inpdap, incluso il cedolino della pensione.
Così ha disposto il Garante della Privacy nella Newsletter del 16 settembre 2008, n. 312, nell'accogliere il ricorso di un pensionato che aveva chiesto di aggiornare o integrare i dati personali conservati dall'ente previdenziale con l'indicazione di una casella postale da lui fornita.

Il pensionato aveva inizialmente fatto la propria richiesta direttamente all'Inpdap ma, non avendo ricevuto alcuna risposta, aveva presentato ricorso all'Autorità, sottolineando il proprio interesse a ricevere le comunicazioni alla casella postale indicata per motivi di riservatezza.
Sollecitato dal Garante ad accogliere la richiesta del pensionato, l'Inpdap aveva risposto che, in base alle istruzioni generali sui servizi del Tesoro, la corrispondenza emessa dal Centro di calcolo dell'Istituto deve essere recapitata al luogo di residenza, e che non era comunque consentito l'inserimento nel sistema di una diversa domiciliazione.

Il Garante della Privacy ha invece considerato legittima la richiesta di integrazione delle informazioni conservate presso l'ente previdenziale.
Ai sensi del codice civile, infatti, una persona può eleggere un domicilio speciale per determinati atti o affari, comunicandolo espressamente per iscritto.
Inoltre, contrariamente a quanto affermato dall'ente per giustificare la propria condotta, non risulta l'esistenza dell'obbligo ad utilizzare esclusivamente l'indirizzo di residenza per le comunicazioni degli enti previdenziali.
Peraltro l'Inpdap ha dovuto liquidare a favore del pensionato parte delle spese da lui sostenute per la presentazione del ricorso.