18 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Crisi economica

Piano UE, la Commissione dà l'ok

Misure anti-crisi per 200 miliardi di euro

200 miliardi di euro per risollevare l’economia. E’ questa la cifra indicata dal presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, nel corso di una conferenza stampa organizzata per presentare la strategia appena varata dalla Commissione. Un piano di stimolo che è pari all’1,5% del Pil dei 27 paesi dell’Unione, di cui l'1,2% (170 miliardi) a carico dei bilanci dei 27 Stati membri dell'Ue e un contributo dello 0,3% (30 miliardi) da parte dei fondi comunitari .

«Lo stimolo di bilancio - è scritto in una bozza del piano - deve essere previsto per un periodo massimo di due anni, 2009-10, e successivamente gli stati devono impegnarsi a correggere il deterioramento dei conti e dovrebbero tornare a puntare sugli obiettivi di medio termine».

La Commissione quindi, oltre ad accingersi a consentire stimoli di bilancio per due anni, andrebbe ad autorizzare sgravi fiscali per le imprese che investono in ricerca, innovazione e ambiente, e aiuti per l'edilizia e l'industria autmobilistica «verde». A ciò si aggiungerebbe la possibilità di applicare un'Iva ridotta per i prodotti eco-compatibili e di avviare aiuti sociali per le fasce deboli. Inoltre, il piano sancirebbe la «sospensione» della rincorsa al pareggio di bilancio.

Il piano andrebbe inoltre a sancire la «sospensione» della rincorsa al pareggio di bilancio. Decisione, questa, che si pone in sintonia con le conclusioni scaturite dal vertice francotedesco sulla crisi economica e che ha trovato d’accordo anche il Partito Democratico, che si è anche detto critico sull’immobilità dell’esecutivo di fronte all’enorme crisi che il Paese e l’Europa si trovano ad affrontare.

«L'Italia non fa parte delle iniziative come quelle prese da Merkel e Sarkozy per fronteggiare l'impoverimento. Il governo italiano non ha alcuna iniziativa per sostenere Pmi e imprese». E' Walter Veltroni ad affrontare la questione, durante la conferenza per la presentazione delle iniziative del Pd per il 60esimo della Dichiarazione dei diritti dell'Uomo, che cadra' il 10 dicembre. «Il governo butta via soldi per Alitalia e Ici - incalza Veltroni - e ieri abbiamo appreso dalle agenzie che il presidente del Consiglio ha anche rimesso in discussione un intervento sulle tredicesime. Ci sarebbe bisogno di un piano come quello richiamato oggi da Barroso mentre - aggiunge - noi siamo fermi, il Paese e' imballato». «Le famiglie italiane hanno bisogno di riforme. Oggi i giornali dicono - incalza - che una famiglia su dieci non arriva alla seconda settimana, non piu' alla quarta. L'Italia sta cosi' e il governo non se ne accorge ma regala i soldi a Alitalia e attraverso l'Ici ma si disinteressa totalmente delle piccole e medie imprese e delle famiglie». Veltroni ribadisce che questo dimostra «l'assenza di un piano, per il quale c'e' e confermo - sottolinea - la nostra piena disponibilita' a convergere».

Critico sull’atteggiamento del governo è anche Cesare Damiano, vice ministro del lavoro nel governo ombra del Pd: «Un atteggiamento di difesa dogmatica dei parametri di Maastricht come sta facendo il ministro Tremonti, non e' adatto ad affrontare la situazione. Non si tratta di ignorare l'enorme peso del debito che grava sul sistema economico italiano, ma, nonostante questo, e' necessario prevedere una crescita temporanea e misurata del deficit in rapporto al prodotto interno lordo, al fine di reperire risorse da destinare alla crescita del potere d'acquisto delle famiglie, agli ammortizzati sociali e per il sostegno del sistema delle imprese». «Se questa operazione non verra' realizzata – aggiunge l’esponente PD - le risorse per un intervento straordinario che il governo periodicamente annuncia, non sarebbero nient'altro che l'utilizzo di fondi gia' esistenti che non avrebbero l'impatto necessario. Non basta, anche se socialmente condivisibile, intervenire sulle fasce di poverta' e su una platea ristretta di cittadini come pare proporre l'esecutivo, ma occorre migliorare la capacita' di consumo dei redditi medio-bassi e prevedere ammortizzatori sociali anche per chi ha un lavoro precario. Tutto questo ha un costo che va finanziato. Altrimenti - conclude Damiano - si tratta di annunci e promesse che non potranno essere mantenuti».

False promesse, insomma, che, oltre ad essere insufficienti, non potranno essere mantenute perché, come ricorda il ministro ombra della Funzione pubblica, Linda Lanzillotta, «Il problema è che il governo ha disperso risorse fondamentali e ora può presentare solo misure deboli».
«E’ doveroso e necessario aiutare le famiglie in difficoltà e in particolare i più poveri - continua l’esponente PD - tuttavia le stesse risorse per la social card sono insufficienti, anche in confronto con quanto fatto lo scorso anno dal governo Prodi. Emerge, quindi, - conclude Lanzillotta - un quadro di interventi squilibrati che non riescono ad incidere in maniera decisiva su nessuna delle criticità esistenti, lasciando particolarmente esposte ai venti della recessione famiglie e piccole imprese .»

G.R.