Protesti, la crisi presenta il conto: +12,4% gli importi tra gennaio e ottobre
Valgono 3,4 miliardi di euro le “farfalle” non onorate. ‘Volano’ le cambiali (+300milioni), moderata la crescita degli assegni (+74 milioni)
La crisi induce gli italiani ad essere più cauti, ma per chi si indebita senza avere fatto bene i propri conti le conseguenze si fanno più pesanti. E’ questo il quadro che emerge dall’analisi condotta da InfoCamere per conto di Unioncamere sull’andamento dei protesti nei primi dieci mesi del 2008 e dal confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Tra gennaio e ottobre il numero complessivo di assegni e cambiali protestate è infatti diminuito del 4,5% ma, nello stesso periodo, il loro importo totale è lievitato del 12,4%. In termini monetari, le «farfalle» non onorate ammontano a poco meno di 3,4 miliardi di euro, per un valore medio di circa 3mila euro ad effetto protestato (cambiale o assegno), a fronte dei 3 miliardi registrati nei primi dieci mesi del 2007, corrispondenti ad un valore medio di circa 2.600 euro.
La riduzione nel numero e l’aumento dell’importo complessivo si registra sia per gli assegni, sia per le cambiali. Tuttavia, appena si abbandona l’algebra per analizzare i volumi in gioco, i dati fanno affiorare importanti differenze tra i due strumenti e, con esse, i contorni di una crisi che sta iniziando a far sentire le sue conseguenze sull’economia reale.
Nel caso degli assegni, il loro numero si è fortemente ridotto passando dagli oltre 457mila effetti protestati nel 2007 ai poco più di 400mila del 2008 (-11,4%). A livello complessivo, l’incremento di valore appare contenuto (+3,8%), mentre lievita significativamente il valore medio (+17,2%), passato da 2.300 a circa 5.000 euro. Ciò segnala una maggiore cautela ad esporsi tra gli operatori del mercato, ma anche un bisogno di credito in media più elevato di un anno fa.
E’ tuttavia dall’andamento delle cambiali che emerge il profilo di un Paese in crescente difficoltà, soprattutto sul fronte delle piccole imprese e delle famiglie che più diffusamente fanno ricorso al «pagherò». Nei primi dieci mesi del 2008 il ricorso alla cambiale si è ridotto solo per le statistiche (lo 0,2% in meno), mentre l’aumento del loro importo globale ha sfiorato il 30%, quasi 300milioni di euro in più rispetto a un anno fa, con un valore medio passato da 1.500 a quasi 2.000 euro.
«L’aumento nei mancati pagamenti – ha detto il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello - è un campanello d’allarme che va ascoltato con grandissima attenzione. Imprese e famiglie si espongono mediamente di più per far fronte agli impegni e, per chi non ce la fa, le conseguenze sono più gravi. I nostri indicatori dicono che per tornare a crescere dovremo aspettare il 2010. Appaiono allora più che mai necessarie misure-ponte concrete, immediate ed efficaci nel breve termine per accompagnare le imprese e i consumatori in questa fase di transizione. Occorre mantenere i nervi saldi e coltivare una visione costruttiva del futuro. L’Italia ha gli strumenti per superare la crisi. Un patrimonio di produzioni di qualità concentrato in modo particolare nelle piccole e medie imprese, a cui bisogna assicurare credito e servizi adeguati».