1 maggio 2024
Aggiornato 14:30
Governo in stato confusionale su fisco e federalismo

«Rimetterò l'Ici». Bufera su Bossi

Questa frase, pronunciata dal leader della Lega e ministro delle Riforme per il Federalismo Umberto Bossi, ha scatenato la bufera nello schieramento politico di governo

«Rimetterò l’Ici, i cittadini sono disposti a dare le tasse ai loro Comuni perché poi vedono i risultati». Questa frase, pronunciata dal leader della Lega e ministro delle Riforme per il Federalismo Umberto Bossi, ha scatenato la bufera nello schieramento politico di governo. Uno degli azionisti di maggioranza più potenti punta il dito contro il cavallo di battaglia più importante del Pdl: l’abolizione dell’imposta sulla prima casa. E ciò è sufficiente per far esplodere in tutta la sua evidenza il totale stato di confusione politica in cui sta vivendo la destra.

Dopo le proteste dei Comuni, le cui casse sono state prosciugate dalla cancellazione della tassa sulla casa – alla faccia del tanto invocato federalismo fiscale – questa volta è il leader della Lega Nord a fare la voce grossa e spiazzare gli alleati. «Bisogna dare a ciascuna istituzione l'autonomia finanziaria». E mentre dalle parti del Pdl si affrettano ad assicurare che l’Ici non verrà reintrodotta, è il ministro della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli, delfino del Senatùr, a cercare di ridimensionare le parole del suo capo: «Ci sarà una tassa unica sulla casa che raggrupperà le dodici esistenti».

Parole tardive e poco esaustive. Nella maggioranza è caos. Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl, assicura che l’Ici non verrà ripristinata. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno si dice contrario, quello di Milano Letizia Moratti giudica «politicamente condivisibile il ragionamento di Bossi», Tremonti tace e Berlusconi idem. E l'istrionico esponente leghista Mario Borghezio dice sì «ad una tassa che si paga volentieri». Ad avvertire il leader del Carroccio è il ministro della Difesa e capo in pectore di An Ignazio La Russa: «Capisco che il leghisti siano alla ricerca di consenso – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a ‘Repubblica’ – ma si ricordino di non offrire all’opposizione assist per attaccarci».

A dire il vero, per attaccare questo governo arruffone, di assist ne sono già stati forniti fin troppi. Dal PD le parole di Bossi sono state giudicate come il sintomo di un disaccordo strisciante dentro la maggioranza, ma, al tempo stesso, come un sussulto di buon senso da parte di un governo che prima si dà come obiettivo primario il federalismo fiscale e poi lo stronca in partenza decurtando l’autonomia finanziaria degli Enti locali. Secondo il coordinatore del Governo ombra Enrico Morando, «l’uscita di Bossi è un segnale della confusione che regna nel governo in materia di fisco».

Si chiede Morando: «Si può programmare il federalismo fiscale senza avere una base imponibile completamente assegnata ai Comuni? Bossi, come qualsiasi persona di buonsenso, risponde no. Il Pd – aggiunge – non ha alcuna obiezione di principio sull'abolizione dell'Ici per la prima casa. Tanto è vero che in gran parte l'abbiamo tolta noi». Ha invece sbagliato Berlusconi, secondo Morando , ad abolirla del tutto «perché in questo momento di crisi il Paese aveva altre priorità». Abolire l'Ici e poi annunciare di volerla rimettere «è una doccia scozzese che ha un effetto molto negativo».

Secondo il sindaco di Torino Sergio Chiamparino «non si può con la mano destra chiedere il federalismo e con la mano sinistra abolire l'unica tassa nata con un carattere federalista». In una intervista al Gr1 Sergio Chiamparino, ministro delle Riforme nel governo ombra del Pd, commenta la proposta della Lega sull'Ici bollandola come «frutto di confusione». Per ovviare a questo paradosso, afferma Chiamparino, «un’idea ce l’ho: prendiamo tutte le imposte locali e trasferiamole ai comuni e poi una quota ritorni al centro per concorrere al fondo di perequazione. Così non si aumenterebbe la pressione fiscale, non si aggiungerebbero delle tasse e si garantirebbe un rapporto stretto fra la tassa che va ai Comuni e il bene, cioè la casa, sulla quale i comuni possono fare delle politiche per valorizzare e per migliorare l'utilizzo del patrimonio immobiliare stesso».

Ste.Ca.